Riportiamo di seguito la Lettera, inviata via PEC in data 8/02/2022, dall’Università Niccolò Cusano a varie testate giornalistiche sul protocollo d’intesa tra il Ministro della Pubblica Amministrazione e il Ministro dell’Università e della Ricerca, recante l’iniziativa “PA 110 e lode”.
Lettera aperta indirizzata a varie testate giornalistiche sul protocollo d’intesa tra il Ministro della Pubblica Amministrazione e il Ministro dell’Università e della Ricerca, recante l’iniziativa “PA 110 e lode”
Ill.mo Sig. Ministro per la Pubblica Amministrazione
On. Prof. Renato Brunetta
Ill.ma Sig.ra Ministra dell’Università e della Ricerca
Prof.ssa Maria Cristina Messasono a chiederVi spiegazioni dettagliate sul protocollo d’intesa preso tra i Vostri ministeri a proposito dell’oggetto.
Ci risulta che nel sistema universitario nazionale siano ancora incluse le università degli studi cosiddette “telematiche” e non riusciamo a capire come sia stato possibile tra Voi creare un accordo che esclude le università in questione, perché non facenti parte della CRUI.
Mi risulta incredibile apprendere che la CRUI è più importante del sistema universitario nazionale o meglio del ministero rappresentato dalla Prof.ssa Maria Cristina Messa e mi sembra paradossale che il Suo ministero Ill.ma Prof.ssa Maria Cristina Messa si possa prestare alla trattativa privata tra un ministero dello Stato e un’associazione privata che non può certamente essere superiore al Suo ministero.
Ill.mo Ministro On. Prof. Renato Brunetta trovo altrettanto spiacevole che la Sua volontà sia quella di escludere parte del sistema universitario nazionale, anche se parte eccellente e considerata dal punto di vista scientifico di altissimo profilo, dall’accordo che il Ministero da Lei rappresentato ha fatto con il Ministero dell’Università e della Ricerca ma che poi ha escluso le università che Voi continuate a chiamare telematiche.
Illustrissimi Signori Ministri, ho scritto questa lettera a Voi e al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Mario Draghi, per conoscenza, in più l’ho inviata a tutti i segretari dei principali partiti politici nazionali, perché reputo questa Vostra scelta assurda, non egualitaria e totalmente anacronistica rispetto alla realtà che l’Italia, l’Europa e il Mondo stanno vivendo.
L’Italia ha bisogno di Ministri illuminati, mentalmente giovani, visionari e di alto profilo, tutte cose che pensavo fossero base del Vostro bagaglio culturale e personale, ma stando così le cose dovrò ricredermi e dovrò comunicare ai miei 1.500 tra dipendenti e collaboratori lo stato delle cose.
Vi comunico sin d’ora che farò pubblicare questa lettera aperta anche su alcune testate giornalistiche, al fine di informare i cittadini italiani, compresi i 40.000 già laureati della Nostra Università, che evidentemente dovranno sentirsi laureati di serie B, poi Voi dovrete evidentemente spiegare perché.
Distinti saluti,
Stefano Bandecchi
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione
La risposta adeguata ad un provvedimento iniquo che presuppone un valore differente tra i titoli conseguiti presso Unicusano e le altre università telematiche rispetto al resto degli atenei. Il paradosso è che queste convenzioni prevedono proprio “MODALITA E-LEARNING (SINCRONE E ASINCRONE) “ !
Non meno rilevante il sovvenzionamento con denari pubblici di alcuni fortunati a discapito di altri che operano comunque nello stesso settore, alla faccia della libera concorrenza e delle pari opportunità.
È un fatto gravissimo.
Non conosco la materia,comunque filtrando la missiva mi trovo in completo accordo col rendere pubblica la situazione
Completamente solidale con voi e tutti i vostri laureandi auguro in sincero in bocca al lupo e disponibile per qualsiasi evenienza o appoggio
Saluti cari
Sono abituata ad essere considerata professionalmente di serie B, non avendo alle spalle un sistema connivente e una personalità “yes woman” che agevoli la mia professionalità. Ne sono orgogliosa. Ho scelto con sacrificio economico l’università telematica, a distanza in ogni senso, proprio per non chiedere permessi all’ azienda. Di nessun tipo. Difendendo la mia privacy. Quindi chiedere contributi che vengono erogati sempre ai soliti noti, non è una priorità per me. A parte la formazione obbligatoria cui devo partecipare, sono iscritta a tantissimi corsi che mi sto pagando da sola, di cui loro non verranno a sapere nulla. Demansionare per motivazioni personali e non professionali è una delle cose più disgustose che si possa fare ad un dipendente, come ignorarlo e non fornirgli supporto nel suo lavoro. Per fortuna ho alcune colleghe amiche che mi hanno aiutata e supportata.
Pertanto, provenendo da una università “di eccellenza” per poter frequentare la quale mi hanno provocato tre esaurimenti nervosi perché non si doveva arrecare disagio al lavoro e per me non erano previste possibilità di carriera, frequentavo e recuperavo ore, avendo più straordinario che permessi. Io sono fiera di me stessa, della scelta che ho fatto e di quel che cerco si fare. Il Ministro Brunetta, secondo i miei parametri, non sarebbe neanche da considerare, come la sua candidatura al premio Nobel.. Si va avanti. Porterò a casa il mio scudetto. Titolo valido, riconosciuto dal MIUR. Le capacità sono mie. A. Come Anna.
Dott. Bandecchi la stimo profondamente per il coraggio e per la chiarezza con cui ha manifestato un’opinione con al quale concorso nella veste di dipendente della pubblica amministrazione che ha scelto la vostra Università per migliorare le proprie conoscenze e che ancora lo farebbe. Mi dispiace che nonostante si parli di migliorare il sistema pubblico ancora si faccia fatica ad aprire davvero gli orizzonti.
Circa 35 anni fa ho frequentato una università statale oggi, da persona anziana, sto completando il percorso di studi magistrali di Ingegneria civile presso la Unicusano facoltà universitaria privata e posso dire con estrema sincerità che non trovo differenze tra le due essendo a mio avviso entrambe in grado di formare, nei rispettivi campi, professionisti di adeguate capacità.
Mi sfuggono le ragioni per le quali due ministri della Repubblica possano discriminare le scuole private che saranno il futuro della didattica.
Questa notizia è veramente assurda! Io sono una dipendente pubblica. Sono iscritta a questa Università d’alta qualità. Mi è arrivata la lettera dalla pubblica amministrazione con la proposta del percorso 110 e lode con la Sapienza di Roma! Non ci posso credere!
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E un discorso antistorico, viziato alla base, per niente corrispondente alla realtà dell’Università Unicusano. Essendo io un’insegnante e avendo figli laureati nelle Università Statali,potrei parlare a iosa e con cognizione di causa. Trovo l’Unicusano, dove fra l’ altro sono iscritta per conseguire una seconda laurea, una Università eccellente sotto tutti i punti di vista….
L’Italia è un paese da rifondare… purtroppo è la desolante verità, ci passa davanti un treno che corre a trecento all’ora e noi stiamo cercando di raggiungerlo in bicicletta…
Il mio rapporto con il mondo universitario tradizionale non è mai stato dei più felici, facendomi alla fine desistere dai pur numerosi tentativi di percorso di studio da me intrapresi e mai portati a termine. Mi piace pensare che non fosse ancora arrivato il mio momento, la materia oggetto del mio attuale corso di studi neanche esisteva, ed evidentemente “quel” tipo di modalità non si addiceva alle mie predisposizioni. Se oggi, all’età di 57 anni appena compiuti (festeggiati alla grande con il primo 30 e lode della mia vita), posso serenamente affermare di aver (ri)scoperto il piacere di apprendere, lo devo ad una Università Telematica, UNICUSANO, una realtà all’avanguardia nel settore dell’e-learning sincrono e asincrono, forse troppo… In questa vicenda, a mio vedere è proprio questo l’aspetto che spaventa, e può avere indotto i nostri governanti ad una scelta così “scellerata”.