Lutto nel mondo della pallacanestro. E’ morto Eliseo Timò, il Presidente del BancoRoma che portò lo scudetto a Sud di Bologna, per la prima volta. 8 anni prima della Juve Caserta di Maggiò

Eliseo Timò addio!

Eliseo Timò non c’è più. Ha fatto a tempo a vivere gli anniversari della sua grande creatura sportiva, il BancoRoma, incoraggiata da una banca. Una tipologia di azienda che al massimo aveva iscritto le proprie squadre ai campionati interaziendali o interbancari, o forse a quelli dopolavoristici.

Il BancoRoma è stata una grandissima realtà nel Tennis, nel Tiro con l’Arco. Ma ha avuto il suo massimo splendore con il Calcio, arrivando fino alla Serie C2. E quindi venendo inserito nella schedina del Totocalcio, popolarissimo veicolo di diffusione, del football di casa nostra. La Pallacanestro ha superato con Timò al comando persino i confini nazionali. Prima vincendo uno scudetto, che a Sud di Bologna non era mai arrivato. Era sempre stata una questione degli squadroni del Nord. In particolare quelli lombardi: Varese, Milano e poi Cantù, costruita dalla signora capacità organizzativa di Gianni Corsolini e del Presidente Ingegner Allevi, suocero di Pierluigi Marzorati, icona, con Antonello Riva, del basket canturino e brianzolo in genere.

Uscito dalla Lombardia, il titolo italiano, al massimo, era sceso fino alla Bologna virtussina. Quindi arrivò a Roma, nel 1983, poi a Caserta, nel 1991.

Il ricordo di Valerio Bianchini

Valerio Bianchini è stato il primo allenatore nel mondo della Pallacanestro a vincere lo scudetto in tre città diverse. Cantù la sua prima tana dorata. Roma la seconda, poi venne Pesaro. Questa particolare élite viene completata da Charlie Recalcati. Con il primo dei due che, a momenti, non vinse il quarto scudetto anche a Bologna, sponda Fortitudo. Non fosse stato per un tiro da metà campo di Riccardo Pittis, che consegnò il tricolore alla Benetton Treviso, dopo il suo periodo stupendo vissuto a Milano.

Queste le parole sentite e di riconoscenze espresse dal Vate della Pallacanestro d’Italia nei confronti del grande e lungimirante Eliseo Timò, che si è spento ieri, all’invidiabile età di 94 anni.

“Oggi è un giorno triste per tutti i tifosi del Banco di Roma. Ci ha lasciati Eliseo Timò. Colui che ha avuto il coraggio di offrire agli sportivi romani l’idea meravigliosa di alternare il Calcio col Basket, nella passione del loro cuore e del cuore dei loro figli”.

Bianchini spiega bene a fondo il rapporto del tecnico con il suo massimo dirigente bancario: 

“Ho avuto una lunga carriera. Mi sono confrontato con tanti presidenti molto diversi tra di loro. Alcuni passionali, altri ambiziosi, altri ancora narcisisti. Quasi tutti di matrice sportiva. Eliseo Timò era diverso. Era un dirigente di altissimo livello di una grande banca italiana. Non sapeva di sport ma sapeva governare gli uomini. Non sognava di fare l’allenatore, ma sapeva difendere il suo staff ogni secondo della sua vita di Presidente”.

Un riferimento al giocatore più forte avuto a disposizione nella conquista di quello scudetto storico, per Roma:

“Pochi avrebbero saputo gestire una difficile superstar come Larry Wright come lui seppe fare con mano ferma, con coraggio ma anche con gentilezza. Mai dimenticando che in ogni momento la squadra di basket rappresentasse la sua banca in Italia e all’estero”.

Eliseo Timò e il rispetto dei ruoli

Bianchini tesse la lode al rispetto che si è saputo guadagnare, il suo Presidente:

“Tutto ciò mantenendo sempre un grande rispetto per i ruoli, le competenze, gli uomini che si era scelto per la grande impresa che aveva immaginato: dare ai romani una nuova passione per uno sport nuovo, diverso, più rispettoso della grande eredità civile che lo sport sa conservare”.

Eliseo Timò resta il Presidente per eccellenza. Perché da quella finale vinta contro il Billy Milano per 2 partite a 1, con il PalaEur stracolmo di gente, il BancoRoma andò a vincere in Svizzera la Coppa dei Campioni. E la Coppa Intercontinentale a Buenos Aires, sempre contro il medesimo avversario, il Barcellona.

Poi quella Virtus arrivò a vincere anche una Coppa Korac. Che, per chi non segue la Pallacanestro, era la terza competizione europea, cioè la Coppa Uefa di un tempo ma della “palla a spicchi”.

Il ricordo del Comitato Regionale Lazio sul sito istituzionale

Ci ha lasciato ieri, a 94 anni, Eliseo Timò, storico presidente della Virtus Roma e dei suoi anni più vincenti, quelli del Banco Roma.
Timò raccolse l’eredità lasciata da altri club storici di Roma (Ginnastica, A.S. Roma, Stella Azzurra, Lazio) per risollevare l’interesse verso la pallacanestro nella capitale, e con Valerio Bianchini come allenatore, portò negli anni ‘80 la Virtus a vincere uno Scudetto, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale ed una Coppa Korac. Ha saputo coinvolgere ed appassionare una città intera, segnando anche il record di spettatori di sempre per una partita di basket (finale scudetto Roma-Milano), trasformando Roma in una vera capitale cestistica.
Nominato Commendatore della Repubblica Italiana nel 1979, in cinquant’anni al Banco di Roma Timò ha ricoperto tutti i ruoli, partendo da semplice impiegato fino a diventarne il Presidente.
Nel 2018, il CR Lazio gli ha consegnato il premio “Mario Barilari – Una vita per il basket”, prestigioso riconoscimento dei Basket Awards come eccellenza del basket laziale.
Alla famiglia ed ai suoi affetti più cari, vanno le più sentite condoglianze del presidente Stefano Persichelli e di tutto il Consiglio Direttivo. 

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Photo Credits: pagina Facebook Comitato Regionale Lazio F.I.P.