In principio ci fu il re di Zocca, poi vennero i discepoli come i Negramaro ed ora i Maneskin. Perché il tripudio dei 70 anni di Vasco Rossi dimostra che in Italia il rock ha un nome solo. L’uomo e l’artista, fusi ormai in un’unica icona, soffiano su candeline che mal indicano il reale tempo trascorso. La voce, i pezzi, i tour e progetti in arrivo dimostrano che il Blasco è un “ragazzetto arzillo” che ha tutte le intenzioni di imperversare ancora un po’ nella nostra cultura popolare. Ma oggi è un giorno di festa e come tale lo vivremo ripercorrendo un’esistenza “spericolata”.
Le origini
Dietro ai 70 anni di Vasco Rossi c’è l’anno zero e l’anno zero èrisale alla mamma casalinga grande appassionata di musica che iscrive il figlio alla prima scuola di canto. Una scintilla che porterà il cantante a fondare, a 14 anni, sua prima band, i “Killer”, poi diventati “Little Boys”. È lì che avviene l’incontro col rock che lo spinge verso la libertàò che gli offre una zia di Bologna, città presso cui frequenta l’Istituto Tecnico Commerciale “Tanari” del capoluogo.
Gli anni della contestazione
I 70 anni di Vasco Rossi raccontano anche di un ragazzetto giovane attratto dalla lotta politica ma declinata al teatro attraverso un’iscrizione al DAMS. La musica c’è ma è sopita e risorge grazie a Marco Gherardi, amico d’infanzia, che apre il “Punto Club”, e con cui si occupa dell’organizzazione degli spettacoli. In attesa dell’esplosione artistica, frequenta il Teatro Evento di Bologna, per il quale firma qualche regia e qualche presenza come attore.
Il salto in radio
Poi, fulmine a ciel sereno nei 70 anni di Vasco Rossi, il cantante scopre il cantautorato italiano, quindi Battisti, De Gregori, Guccini e De André, ma anche il rock anglosassone dei Sex Pistols e, soprattutto, dei Rolling Stones. E forse proprio grazie a questo rinnovato interesse che Vasco si lascia convincere ancora da Marco Gherardi, in un’impresa che sa di salto nel vuoto: la fondazione di una radio libera.
Punto Radio è una svolta fondamentale nella storia del giovane Vasco, perché le radio libere diventano il punto focale attorno a cui gira tutto l’ambiente musicale dell’Emilia- Romagna, così in quel periodo iniziano amicizie con Gaetano Curreri, Maurizio Solieri, Massimo Riva e Red Ronnie.
L’esordio in musica
Nel 1979 esce il vero esordio musicale di Vasco Rossi, “Non siamo mica gli americani!”. Dentro ci sono almeno tre dei brani più noti della sua discografia: “Sballi ravvicinati del 3º tipo”, “Fegato, fegato spappolato” e, soprattutto, “Albachiara”, brano che il giovane Vasco scrive di getto osservano dalla sua finestra una giovane ragazza che ogni giorno aspettava la corriera.
Il festival di Sanremo
Tappa fondamentale dei 70 anni di Vasco Rossi è il palco del teatro Ariston del Festival della Canzone Italiana di Sanremo dove porta “Vado al massimo”. Un’edizione storica dove esordisce anche Zucchero, che però viene scartato prima della fase finale della kermesse. Vasco ne fa una delle sue:
“Prima della fine dell’esecuzione del brano, in segno di protesta verso la scelta del Festival di utilizzare il playback al posto dell’orchestra, lui infila il microfono in tasca e si avvia verso l’uscita, intento a passare subito il mic, ai tempi col filo, a Christian, che avrebbe cantato dopo di lui, ma il filo è corto e gli scivola via schiantandosi contro le assi del palco in un tonfo che fu percepito da tutti come un affronto nella Rai parecchio suscettibile di quegli anni. Per Vasco a questo punto è il momento di far uscire l’album della definitiva consacrazione e infatti nel 1981 propone “Siamo solo noi”.”
Il successo di “Bollicine”
Successivamente all’esperienza sanremese, nell’aprile del 1983, esce “Bollicine”, altro indiscusso capolavoro del rocker di Zocca, considerato, sempre da Rolling Stones, il disco italiano più bello di sempre. Certamente gli argomenti in tal senso non mancano:
“All’interno troviamo, oltre alla già citata “Una canzone per te”, “Bollicine”, brano che vincerà al Festivalbar, brano provocatore in cui vengono sbugiardate, prese in giro, alcuni slogan di un’epoca in cui esplode il marketing, la pubblicità, la tv commerciale; si vocifera, ma l’entourage dell’artista ha sempre smentito, che la Coca-Cola avesse perfino in mente di fare causa, salvo poi ripensandoci notando il successo del brano, ma si tratta solo di leggende, e sono tante quelle che circondano vite e musica di Vasco Rossi.”
La conferma
I 70 anni di Vasco Rossi assurgono a mito quando, nel 1987, con “C’è chi dice no”, vende nuovamente oltre un milione di copie. E lo fa anche nel 1989 con “Liberi Liberi”, il primo e unico album nella carriera del cantante a non godere del contributo di Guido Elmi, il suo storico produttore, e senza la Steve Rogers Band al completo.
A detta dei critici musicali, sono due album che segnano un passaggio epocale nella storia di Vasco Rossi, che in qualche modo, forse anche non volendo, spinge il proprio pubblico versio il rock puro.
L’ultimo lavoro di Vasco Rossi
I 70 anni di Vasco Rossi chiosano col nuovo brano, “Una canzone d’amore buttata via”, che anticipa l’ultimo album “Siamo qui” e che viene presentato il primo giorno dell’anno nel corso del programma televisivo di Roberto Bolle. Dopo 15 anni, il re torna in tv. arriveranno anche i live, a pandemia finita.