Harry, l’outsider dei Windsor, l’ha detta giusta sui lavoratori: le aziende concedano loro almeno un’ora al giorno per meditare. Nessun dubbio sulla necessità di smaltire il sovraccarico di pensieri durante la giornata lavorativa, il rischio bornout può mettere gravemente a repentaglio i risultati di un dipendente, tuttavia il mercato del lavoro fa orecchie da mercante. Da tempo si sta parlando dell’importanza del benessere mentale di chi lavora, ma niente sembra muoversi: le aziende non sono pronte, non hanno gli strumenti utili, o non sono interessare ad agevolare il personale. Pochissime realtà lavorative, ad oggi, danno priorità alla salute mentale. Si bada ai risultati, alla quantità e non al benessere di chi è chiamato a produrre.
Harry e Megan, da tempo travolti nella polemica legata all’abbondono della famiglia reale, non sono visti di buon occhio: come si fa a lasciare un porto sicuro per costruirsene un altro altrove, nell’incertezza di riuscire? I due non sono nuovi a polemiche e meme il che non significa che siano in torto, dopotutto perché rimanere dove non si ha più voglia di stare? Forse è questo il motivo che ha portato gli haters a bersagliare nuovamente il principe Harry, in rete, o forse è lo stesso mercato del lavoro, dichiaratamente disinteressato a migliorare la produttività attraverso il benessere dei dipendenti, che non le ha mandate a dire.
“Il datore di lavoro non può aspettarsi che gli impiegati lavorino su loro stessi se non gli si dà il tempo per farlo”, queste le parole del 38enne nel suo nuovo ruolo di consulente per la start-up californiana BetterUp intervenuto ad una tavola rotonda, con la moglie Meghan Markle e la campionessa di tennis Serena Williams.
Lui stesso è stato vittima di esaurimento e ritiene prioritario che ogni lavoratore possa avere tempo per sé per meditare, occuparsi del personale benessere mentale.