Dietro ciò che è inaspettato c’è sempre qualcosa di bello. Di certo c’è tanto di inaspettato dietro il passaggio di Nadiem Amiri al Genoa dal Bayer Leverkusen, un prestito che ci fa chiedere cosa spinga un ragazzo classe 1997 con talento e classe a lanciarsi nel pantano della retrocessione del nostro campionato. Ambizione, voglia di arrivare, opportunità. Son questi, probabilmente, i tre elementi che hanno spinto Amiri a sposare la causa del Genoa, con il Grifone che, a questo punto, può vantare una bella freccia nella propria faretra. Si lega ai rossoblù in prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza, cosa che Amiri vuole raggiungere a tutti i costi per campeggiare sotto la Lanterna.
Nadiem Amiri nasce a Ludwighsafen am Rhein. Ha origini afgane ma è tedesco, naturalizzato dunque. Si tratta, tuttavia, del miglior calciatore afgano che il suo Paese abbia mai conosciuto, uno sorta di quello che Eldor Shomurodov rappresenta per l’Uzbekistan. I genitori emigrarono in Germania per scappare dalla guerra afgana, quella dei dieci anni, dal 1979 al 1989. Il suo talento cresceva sempre di più, sbocciando definitivamente all’Hoffenheim sotto l’egida di Julian Nagelsmann, attuale allenatore del Bayern Monaco. La scuola di un grande allenatore, dunque, ha forgiato il suo modo di giocare e di interpretare il calcio.
?? Nadiem #Amiri è Rossoblù!
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— Genoa CFC (@GenoaCFC) January 29, 2022
Che ruolo può avere Amiri al Genoa
Indubbiamente Nadiem Amiri può fornire al Genoa una qualità che sulla trequarti mancava da tempo al Grifone, difettando di classe nel settore nevralgico del campo. Tra i difetti, probabilmente, c’è quello dell’innamorarsi eccessivamente del pallone, motivo che porta il suo sviluppo all’essere lontano dalla completezza. Buono, utile anche per il fantacalcio. Il più delle volte viene coinvolto in maniera attiva nel supporto al giocatore offensivo, in particolare nell’assistenza alla punta. In questo contesto Mattia Destro potrebbe trovarsi agevolato dall’assist del compagno. Può giocare da mezzala o meglio ancora da trequartista, vista la sua tecnica e la capacità d’inserirsi negli spazi in transizione offensiva.