E anche la terza serata del Festival di Sanremo è andata e alcuni artisti in gara hanno dato conferme dei loro pezzi mentre altri hanno fatto un salto quantico. Chi? E’ indubbio che tra i 25 Big in gara, Mahmood e Blanco ed Elisa confermano le buone prove dell’esordio, mentre La Rappresentante di Lista alza di molto il livello della sua performance. Sempre solidi i veterani Gianni Morandi e Massimo Ranieri. Si riscattano in parte Le vibrazioni e passa “ad un livello successivo” Noemi. Ma vediamo insieme le pagelle dei cantanti di Sanremo 2022 fino a qua prese dalle diverse rassegne stampa dei più importanti critici musicali.
Giusy Ferreri: 5,5
“Anche al secondo passaggio lei sembra soffrire questo palco. Esibizione pulita ma con poco trasporto. Il brano intanto sembra incastrato tra il “qui e ora” e un’estate ancora lontana, per cui sarebbe più indicato”.
Highsnob e Hu: 8
“Tra citazioni colte e inconsuete la canzone è meno ovvia di tante altre in gara e offre anche un ritornello delicato dalla melodia accattivante. Meno immediata di altre, è un gioiellino da scoprire”.
Fabrizio Moro: 6
“Boh. Solita canzone, solito artista, solita performance. Nulla da eccepire ma nulla da emozionarsi”.
Aka7even: 6,5
“Più sciolto rispetto alla prima sera, affronta con convinzione una canzone che ascolto dopo ascolto inizia a mostrare un sua efficacia”.
Massimo Ranieri: 8
“Dopo i disagi della prima uscita, per cautelarsi si presenta sul palco già con un auricolare staccato. In più il ghiaccio è rotto: il risultato è un’esibizione che questa volta rende onore alla sua storia e al livello del pezzo”.
Dargen D’Amico: 3/8
“Il personaggio spacca e il oezzo pure. Il cantato non è il massimo”. Ecco perché prende un voto bassissimo e uno altissimo allo stesso tempo.
Irama: 7
“In questa versione lontana dalle latineggiate a cui ci aveva abituati è sempre più convincente. La canzone ha una sua epicità che la sua voce potente e precisa esalta”.
Ditonellapiaga e Rettore: 10
“La sorpresa del festival è Margherita Carducci (aka Ditonellapiaga) che mostra sensualità e padronanza del palco da veterana e sceglie di accompagnarsi con la Rettore che aggiunge la solita carica esplosiva. La loro “chimica” è cresciuta e ne guadagna la resa complessiva del brano.”
Michele Bravi: 6,5
“Forse anche per merito della spensieratezza che gli dà il concentrarsi nella sua personale battaglia contro Sangiovanni per il Fantasanremo, mettendo in campo più bonus possibili, cresce anche in confidenza su un brano che ascolto dopo ascolto acquista consistenza”.
Rkomi: 6
“Un pezzo che vuole trasudare un’anima rock e il look di Rkomi che si affida largamente alla pelle nera lo sottolinea. Ma per raggiungere l’obiettivo gli manca un’anima ruvida e alla lunga risulta depotenziato”.
Mahmood e Blanco: 10
“L’entusiasmo del pubblico alla semplice presentazione di Amadeus la dice lunga su quale sia l’inerzia di questo Festival. Una canzone capace di stare a cavallo tra classico e moderno in maniera mirabile. E loro sempre più a proprio agio la cantano sempre meglio”.
Gianni Morandi: 7,5
“Morandi si diverte e la canzone di Jovanotti dà modo di farlo per un connubio che era partito da un poì ma che ora tocca vette altissime. Forse non da podio ma da hit sì”.
Tananai: 5
“Avere una bella canzone è un ottimo inizio ma bisognerebbe anche cantarla poi. In due sere di fila, il ragazzo dimostra di non reggere quel palco nonostante i fonici facciano di tutto per mascherare le stecche”.
Elisa: 6
“Osannata e bravissima, in realtà gode di luce riflessa. Che sia una regina è fuori dubbio ma siamo certi che la canzone sia bella? Difficile da cantare e impalpabile”.
La Rappresentante di Lista: 8
“Suoni perfetti, confidenza cresciuta e un pezzo che cresce di giorno in giorno con un ritornello praticamente impossibile da far uscire dalla mente. Rispetto alla prima uscita è tutto un altro mondo e loro sanno di potersela giocare fino alla fine”.
Iva Zanicchi: 7
“Dopo la standing ovation della prima sera aveva detto che per lei Sanremo poteva finire lì. E invece continua e stasera ha cantato anche meglio”.
Achille Lauro con Harlem Gospel Choir: 6
“Uguale a sé stesso e sempre più alla ricerca di priovocazioni che non provocano. quasi tira fuori quello che non si dovrebbe tirare fuori. E non è il carattere”.
Matteo Romano: 6
“Per lui, giovanissimo, è tutta esperienza. E lo si vede dalla sua crescita da Sanremo giovani a oggi. Una performance più sicura riscatta però solo parzialmente un pezzo sicuramente al di sotto delle sue capacità”.
Ana Mena: 4
“Inascoltabile questa canzone anni novanta brutta oure negli anni novanta con un’immagine volgarotta e una vocalità noiosa assai. Imbarazzante per tutti”.
Sangiovanni: 6
“Molti lo davano tra i favoriti ma le prime classifiche lo hanno relegato nelle zone basse. Ciò non toglie che il pezzo abbia tutto per diventare l’ennesimo successo dalla vita lunga”.
Emma: 6
“Rispetto alla prima uscita perde forse qualcosa in misura ma la sua resta un’interpretazione appassionata e dalle diverse sfumature. Punta a un posto in alto”.
Yuman: 7
“La canzone conferma il suo afflato soul e lui è ancora più centrato nel pezzo confermando uno spessore che gli può dare soddisfazioni”.
Le Vibrazioni: 5
“Sulla carta gli autori sono tra i più in voga dei tempi recenti ma forse quello è l’errore. E’ strano che una band abbia nisogno di un aiuto esterno e strano, infatti, è il risultato che ne viene fuori”.
Giovanni Truppi: 8
“Il suo è un brano complesso, con una scrittura al tempo stesso popolare e sofisticata. Ci voleva qualità e lui la porta identificando un cantautorato “in canotta” che non deve estinguersi”.
Noemi: 7
“Sciolta e sicura di sé, affronta il pezzo con un tocco di leggerezza ed entusiasmo che l’allinea meglio alla musica rispetto alla prima uscita. Resta l’impressione di una canzone che non valorizzi a pieno la sua vocalità ma onore al merito per la voglia di rimettersi in gioco”.