Grand Prix d’Amérique 2022. L’edizione 2022 ha regalato emozioni inaspettate.
Dal forfait di Face Time Bourbon, alla delusione per la prestazione in pista del favorito Etonnant, sino alla strabiliante vittoria giocata su di un fil di vento: la centesima edizione della ‘corsa di tutte le corse’, svoltasi domenica a Vincennes, è stata vinta da Davidson du Pont guidato dal talentuoso Nicolas Bazire.Il ventunenne driver francese ha così sottratto a Jean Etienne Dubois il titolo di guidatore più giovane mai salito sul podio più alto dell’Amérique.
‘Buon sangue non mente’: avranno pensato in molti, dopo la meritatissima vittoria di Nicolas, quest’ultimo figlio dell’immenso Jean Michel Bazire. D’altronde, se Jean Michel vinse l’Amèrique a 28 anni – in sulky all’unica, indimenticabile ed ineguagliabile Moni Maker, correva l’anno 1999 – Nicolas non poteva che essere investito di grandi aspettative. Il ‘roi’ del trotto francese è stato così egregiamente spodestato dal proprio figliolo. E la soddisfazione non può che esser doppia, dal momento che a Nicolas è stato affidato il training di Davidson Du Pont: baio, 9 anni e di proprietà di Jean Yves Rayon, suocero di Jean Michel. “Une victoire en famille” parrebbe essere il titolo della conclamata saga di successo dei Bazire.
Grand Prix d’Amérique 2022: la ripresa economica può avvenire dagli ippodromi?
Domenica 30 gennaio, in cinquemila hanno potuto assistere alla corsa più prestigiosa del mondo del trotto dal momento che la capienza dell’ippodromo è stata ridotta in ragione della persistente crisi pandemica. Eppure, è da sottolineare la tenacia con cui i francesi hanno dimostrato di saper coniugare l’amore per le corse dei cavalli ed il rispetto delle disposizioni governative sul contenimento dei contagi.
Lo scorso anno all’ippodromo di Vincennes, in occasione del centenario della nascita del Prix d’ Amérique – chiamato così dai francesi in segno di riconoscenza verso gli americani per essere entrati nella prima guerra mondiale a sostegno della Francia – l’entusiasmo fu incontenibile: impossibile dimenticare la folla con gli occhi puntati verso la pista e le tante bandiere per aria tingere di blu, bianco e rosso il cielo di Parigi.
Anche quest’anno, sebbene la partecipazione del pubblico di appassionati sia stata nettamente ridotta, l’Amérique è risultato nell’intento sperato: regalare un momento di grande intrattenimento grazie soprattutto alla spinta propulsiva del Comité Régional du Tourisme Paris Ile-de- France, l’ente impegnato nella promozione della capitale parigina nei più diversi ambiti, già prontamente all’opera per fare altrettanto in vista del Prix de l’Arc de Triomphe (la storica corsa al galoppo in programma per ottobre).
In Francia pertanto, lo si desume ma è bene evidenziarlo, le corse dei cavalli sono da sempre sinonimo di intrattenimento, sport, turismo e, non ultimo, di socialità: specialmente in tempi di pandemia, vi è la consapevolezza che l’ippica e il turismo debbano essere più che mai un tutt’uno.
E dal momento che l’esigenza di riappropriarsi di quella socialità di cui il Covid ci ha privato non conosce nazionalità, occorrerebbe anche in Italia saper meglio valorizzare gli ippodromi in quanto luoghi aperti al verde e potenzialmente più sicuri.
“Gli ippodromi vanno ripensati come un luogo, uno spazio, un’area da far vivere tutti i giorni dell’anno. Oggi si limitano ad essere il teatro dove si svolgono degli spettacoli: le corse ippiche. Uno spettacolo che, giorno dopo giorno, perde attrattiva nonostante l’amore per il cavallo coinvolga sempre più gente”, ha recentemente dichiarato il sottosegretario del Mipaaf, Giuseppe L’Abbate. “Se ripensati come luogo attrattivo, dunque, gli ippodromi possono divenire anche di interesse turistico che oggi, purtroppo, è residuale”, ha infine precisato.
In attesa della comunicazione di nuovi provvedimenti da parte del Governo Draghi – febbraio, secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, dovrebbe portare nuove modifiche sulla capienza prevista negli impianti sportivi – è opportuno far presente che i grandi appuntamenti anche qui in Italia non mancano. Pertanto, non resta che chiedersi: dopo il buio di due anni, la ripresa del settore turistico può contare su un’efficace promozione di un così straordinario evento sportivo come un gran premio?
Signore e signori, il betting è aperto.
Veronica Bonelli
Studentessa di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali
Università Niccolò Cusano – Roma