In casa Fiorentina si respira ancora grande amarezza per la cessione di Dusan Vlahovic alla Juventus. Il direttore sportivo della Fiorentina, Daniele Pradè dopo lo sfogo del presidente Rocco Commisso dei giorni scorsi è tornato a parlare della cessione dell’attaccante serbo alla corte di Massimiliano Allegri.
Fiorentina, Pradè: “siamo una squadra completa”
Questa mattina a Firenze è stato presentato il nuovo acquisto Arthur Cabral, il nuovo numero 9 arrivato a vestire la maglia viola in sostituzione di Dusan Vlahovic. Durante la conferenza stampa, il direttore sportivo Daniele Pradè ci ha tenuto a spiegare sia alla tifoseria che ai cronisti presenti in sala le motivazioni che hanno spinto il club ad accettare la proposta della Juventus per Vlahovic già nella finestra di mercato invernale: “Siamo i primi a capire l’amarezza dei tifosi e il loro disagio, però ci sono situazioni che passano sopra ognuno di noi. Era impossibile dire di no a quella proposta. Le società sono vicine ad essere prigioniere di agenti e calciatori. Era un’operazione cui non potevamo dire di no perché rischiavamo di perderlo a zero. Non mi sento di dilungarmi visto che ha già parlato Commisso di questo”
Pradè sul mercato viola
Il direttore sportivo non ha toccato solamente l’argomento Vlahovic ma ha anche spiegato come gli obiettivi stagionali non cambino con la partenza del serbo: “Noi per raggiungere gli obiettivi tecnici non possiamo basarci solo su un calciatore e l’abbiamo dimostrato subito col mercato di gennaio. Abbiamo speso 16 milioni il 23 dicembre senza che ci fosse la cessione di Vlahovic in corso. È arrivato Piatek e poi abbiamo speso 15 milioni per Cabral dopo l’addio di Vlahovic. Noi vogliamo ampliare la nostra ambizione. Vlahovic è un caso singolo ma fa parte del calcio moderno, speriamo che questi aspetti cambino. Siamo una squadra completa, Benassi per noi è importante e lo abbiamo accontentato. Abbiamo accontentato anche Pulgar. Sono situazioni normali, tecniche. Siamo una squadra che si sente forte. Nessuno ha mai detto qual è l’obiettivo da raggiungere se non vincere più gare possibili. Noi cercavamo identità e ora ce l’abbiamo. Dire dove possiamo arrivare non è possibile. Noi vogliamo giocarci partita per partita.