Il governo australiano si è impegnato a spendere 704 milioni di dollari per cercare di salvare la Grande Barriera Corallina dallo sbiancamento. Il finanziamento sarà distribuito su nove anni, con la Great Barrier Reef Marine Park Authority che riceverà 177 milioni di dollari. 405 milioni di dollari serviranno ai responsabili degli interventi sul territorio per rimediare all’erosione e migliorare le condizioni del reef. Altri 65 milioni di dollari saranno usati per finanziare la ricerca per rendere la barriera corallina più resistente e per aumentare le strategie di adattamento. “Stiamo sostenendo la salute della barriera corallina e il futuro economico degli operatori turistici, delle strutture ricettive e delle comunità del Queensland che sono al centro dell’economia della barriera corallina”, ha dichiarato il primo ministro australiano, Scott Morrison. La Barriera corallina australiana è sull’orlo di un nuovo sbiancamento, a causa delle temperature particolarmente elevate dell’estate australe.
Grande Barriera Corallina: i pericoli di un nuovo sbiancamento
A lanciare il nuovo allarme sono i ricercatori dell’agenzia meteorologica e oceanografica Usa, la Noaa, citati dal quotidiano britannico Guardian. Secondo gli scienziati negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, che coincidono con la tarda primavera e l’inizio dell’estate australe, lo stress termico sui coralli ha raggiunto livelli mai toccati prima. Le temperature minime registrate sulla Grande Barriera Corallina sono salite di oltre l’80% rispetto ai rilevamenti eseguiti negli anni precedenti.
Se questo riscaldamento proseguirà ancora tra febbraio e marzo potrebbe verificarsi un nuovo sbiancamento di massa dei coralli dopo quelli del 1998, 2002, 2016, 2017 e 2020. Il fenomeno è la diretta conseguenza dell’aumento delle temperature dell’acqua: “Non c’è mai stato uno stress termico simile nei nostri registri – ha detto al Guardian William Skirving, dell’Osservatorio del Noaa sulla barriera corallina – Un evidente segnale del cambiamento climatico”.
In Germania un museo espone lavori all’uncinetto che rappresentano il reef
Mentre le barriere coralline del mondo sono sotto attacco a causa dei cambiamenti climatici un museo tedesco ha deciso di esporre lavori all’uncinetto creati da più di 20.000 persone provenienti da 50 città e paesi per aumentare nei visitatori la consapevolezza di quello che sta accadendo. Le curatrici di questa installazione sono due sorelle australiane, Margaret e Christine Wertheim. le due donne hanno presentato il Crochet Coral Reef Project al Frieder Burda Museum di Baden-Baden, dove una serie colorata di barriere coralline realizzate all’uncinetto sarà esposta fino alla fine di giugno.
“Quando abbiamo iniziato il progetto” raccontato Margaret Wertheim, “il cambiamento climatico era un fatto ancora molto controverso. Ora tutti riconoscono il problema ma quando abbiamo iniziato noi non lo sapevano. E abbiamo pensato che il progetto sarebbe stato un bel modo per coinvolgere le persone su questo argomento”. La donna, laureata in fisica e matematica, è anche autrice di libri come “I pantaloni di Pitagora: God, Physics, and the Gender War” e “The Pearly Gates of Cyberspace: A History of Space from Dante to the Internet”. Il Crochet Coral Reef Project è “un’impresa globale di arte e scienza partecipativa” vista da più di due milioni di persone ed esposta alla Biennale di Venezia 2019, all’Andy Warhol Museum di Pittsburgh e in altre sedi internazionali.