“Manco il Gattopardo, siamo al “nulla cambi, perché nulla cambi” twitta così Giorgia Meloni poco prima dell’avvio dell’ottavo scrutinio che ha sancito l’inizio del secondo mandato di Sergio Mattarella.
Mattarella bis
A livello dello status quo istituzionale in effetti cambia poco, Mario Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale. L’esito delle votazioni lascia però strascichi importanti nei partiti e nelle coalizioni. Il centrodestra va rifondato, afferma senza mezzi termini la leader di Fratelli d’Italia. Ma Matteo Salvini risponde rilanciando il progetto di federazione. Una soluzione che appare datata, polverosa, confusa e, tra l’altro, già scartata.
Centrodestra da rifondare, M5S in tilt
Dall’altro lato dell’emiciclo, il Movimento 5 Stelle è in tilt, secondo molti osservatori la scissione è vicina. Questione di giorni. Altolà, accuse, avvertimenti: la partita del Quirinale porta alla luce tutte le lacerazioni dei pentastellati. Luigi Di Maio che parla di un fallimento dei leader e Conte che risponde chiedendo chiarimenti al Titolare della Farnesina perché, chiarisce l’ex premier, “anche lui era in cabina di regia”.
E il PD? I dem escono dalla partita tra gli applausi, ma la leadership interna ne viene rafforzata fino a un certo punto. L’obiettivo del segretario Enrico Letta di fare da “scudo umano” al premier Draghi è sicuramente riuscito ma i giorni al limite del surreale della partita del Colle, lasciano scorie pesanti nel campo del centrosinistra, aprendo di fatto una crepa nella fiducia dei parlamentari PD verso l’alleato Giuseppe Conte.
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