Bradley Cooper, affascinante, con la faccia da bravo ragazzo ma in realtà senza scrupoli e dal passato oscuro, si unisce all’infimo circo retto dal macabro Willem Dafoe. È alla ricerca di un lavoretto e, in seconda battuta, di riscatto. Li scoprirà i trucchi per avanzare di ruolo diventando presto indovino e sensitivo con l’aiuto di un’attempata chiaroveggente (Toni Colette). Insieme all’innocente Rooney Mara, prima giostraia poi valletta, ambizioso e affamato di denaro partirà alla volta della grande città con l’idea di scalare la piramide sociale raggirando l’élite della New York rooseveltiana. Ma l’incontro con una spietata psicologica, più crudele e rapace di lui, cambierà le carte in tavola.
Nightmare Alley: Bradley Cooper e un cast stellare
Guillermo del Toro torna in sala con un moderno thriller psicologico in tinte noir, La fiera delle illusioni – Nightmare Alley, tratto dal romanzo omonimo del ‘46. Moderno si fa per dire, perché un film di due ore e mezza oggi ci sembra quasi anacronistico. Una storia di ascesa e declino, drammatica, beffarda, che vede protagonista un Bradley Cooper sordido e pieno di scheletri nell’armadio (ruolo che doveva essere originariamente di Leonardo DiCaprio), disposto a tutto pur di conquistare il successo e la ricchezza che crede di meritare. Ma tirerà talmente la corda da finire schiacciato dalle sue stesse ambizioni. Distribuito da casa Disney il film non fa particolarmente bene al box office incassando appena 1/4 del suo budget multimilionario, ma può ancora sperare di rifarsi con il rilascio in streaming.
Del Toro e l’ossessione per il mostruoso
Del Toro si diverte ancora una volta a ritrarre freaks, qui personaggi da fiera: mr muscolo, l’indovina, il nano, la collezione di feti sotto spirito, la donna elettrica, l’uomo bestia (protagonista del primo quarto d’ora, insieme al silenzio di Bradley Cooper, per tornare sul finale prendendo parte al terribile twist). Luci, colori e atmosfere vintage da La forma dell’acqua, manca all’appello il vero sovrannaturale. Torna invece la solita ossessione per il mostruoso, il gotico, l’inquietante e – questa volta di più – il dark. Soprattutto nella seconda metà, in cui il protagonista parte all’avventura e contro ogni moralità sembra rivelarsi abilissimo nel mettere in campo tutte le pratiche del mentalista scorretto. La soddisfazione arriva spremendo ricchi malcapitati, schiacciati dal senso di colpa o dal lutto dei cari.
Poi arriva l’inganno nell’inganno, e l’illusionista cinico che sa sfruttare l’intuito leggendo le persone modi Sherlock, finisce illuso da chi sa giocare al suo gioco meglio di lui. E soprattutto non ha secondi fini da indovinare, mosso dal puro gusto della perfidia. Fascinosa, spietata, pericolosa quanto i giri che frequenta, Cate Blanchett è la femme fatale del film. Colei che riuscirà a rivelare la vera natura bestiale e subumana del personaggio di Cooper, che non teme di sporcarsi le mani e sa passare dall’inganno alla violenza. Una favola nera, oltre che morale, in cui non c’è redenzione di sorta ma solo dannazione e paradosso.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala su Radio Cusano Campus.