Sergio Mattarella resta al Quirinale. Giuramento, probabilmente, il 3 febbraio. A esattamente 7 anni dal suo primo insediamento. Un déjà-vu che forse lui si sarebbe risparmiato, ma riportato sul tavolo dal non-decidere dei partiti e delle forze politiche, che hanno chiesto un bis all’attuale Capo dello Stato; e che quindi rimarrà tale per un altro mandato, dopo giorni di trattative, muri e confronti che sono proseguiti anche oggi.
Mattarella: “Se serve, io ci sono”
Le parole di Mattarella, 81 anni il prossimo 23 luglio ai capigruppo della maggioranza, che lo hanno incontrato nel primo pomeriggio di oggi, dopo che anche l’ottavo scrutinio si era concluso con un nulla di fatto. L’ennesimo. “Avevo altri piani, ma sono a disposizione” sarebbero state le precise parole del Presidente, che resterà quindi domiciliato al Quirinale fino agli 87 anni compiuti. Salvo dimissioni, come fece prima di lui – nell’unico precedente bis nella storia della Repubblica – Giorgio Napolitano.
Lo spoglio
Passa ben 15 volte il nome di Mattarella prima che Carlo Nordio, ex magistrato candidato al Quirinale di Fratelli d’Italia prenda le prime preferenze. Poi il presidente della Camera Roberto Fico chiama i nomi del magistrato Nino Di Matteo e quello della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Spuntano poi i nomi dell’ex ministro Giulio Tremonti, l’ex Senatore Marcello Pera, l’attuale Senatore del Movimento 5 Stelle Primo Di Nicola, per quello leghista Alberto Bagnai. Fico legge anche il nome della senatrice a vita Liliana Segre, quello di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis, di Silvio Berlusconi. Di Giuseppe Conte. Di Mario Draghi. Fra gli altri, preferenze poi anche per il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, per Alessandro Barbero. E qualche scheda bianca.
Ma i 505 voti necessari per l’elezione, o meglio la conferma, di Sergio Mattarella arrivano rapidamente. E alla cinquecentocinquesima volta, Montecitorio esplode in un applauso lunghissimo. In totale saranno 759.
I risultati
Presenti: 983
Votanti: 983
Astenuti: 0
Mattarella: 759
Carlo Nordio: 90
Nino Di Matteo: 37
Silvio Berlusconi: 9
Elisabetta Belloni: 6
Pier Ferdinando Casini: 5
Mario Draghi: 5
Maria Elisabetta Alberti Casellati: 4
Franco Berrino: 2
Sabino Cassese: 2
Primo Di Nicola: 2
Giancarlo Giorgetti: 2
Filippo Grassìa: 2
Marcello Pera: 2
Voti dispersi: 18
Schede bianche: 25
Schede nulle: 13
Sergio Mattarella entra così nella classifica dei Presidenti della Repubblica per preferenze raccolte: meglio di lui ha fatto solo Sandro Pertini, che nel 1978 ne conquistò (al 16° scrutinio) ben 832 su 1011 voti. Scivola quindi al terzo posto nella classifica all time Francesco Cossiga (752 preferenze su 1011 disponibili nel 1985).
Grane per l’esecutivo?
Le fratture causate dall’elezione di Sergio Mattarella potrebbero portare ripercussioni anche nel governo: per questo, secondo il retroscenista politico Marco Antonellis, lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti avrebbe cominciato un sondaggio sulla fedeltà dei partiti alla maggioranza e alla tenuta del governo. E a richiederlo è stato proprio Mario Draghi. Il rischio di dimissioni, o della necessità di un Draghi bis sono sul tavolo. E quindi ecco che il ministro dello Sviluppo Economico leghista è l’emissario di Palazzo Chigi, il cui obiettivo è trovare un accordo su pochi punti per blindare il governo.