Con l’aumento delle problematiche legate alla pandemia e alla presenza in sede del personale le aziende stanno pensando a delle soluzioni valide per valorizzare lo smart-working. Tutto questo per cercare di coniugare al meglio il risparmio di tempo e la semplificazione dei processi con una migliore collaborazione ed efficienza. Ed è qui che entra in gioco l’applicazione della realtà virtuale nelle fasi di sviluppo dei nuovi modelli di automobile già dalle prime fasi di produzione. Una delle case automobilistiche più impegnate su questa nuova tecnologia è il gruppo Volkswagen, che attraverso il “Virtual Reality Center of Excellence” permetterà di sviluppare un’auto partendo dal simulatore virtuale.
Prime dichiarazioni
A parlare di questa nuova metodologia di sviluppo è Florian Kerzel, responsabile dello sviluppo della casa automobilistica, che dichiara: “I dati grezzi per definire gli interni arrivano da varie aree di sviluppo tecnico. Successivamente sono visualizzati grazie a un motore grafico da gaming e trasferiti in realtà virtuale. In VR lavoriamo quasi con lo stesso livello di precisione del mondo reale. L’esperienza di guida è realistica e simula i movimenti del telaio in tutte le direzioni”.
Il funzionamento
Una volta entrati nel simulatore, coadiuvati dalla tecnologia in grado di elaborare quei dati, si riesce a guidare un’auto nell’ambiente virtuale ricevendo le stesse sensazioni di una guida reale. Attraverso gli occhiali VR si può verificare sia il comportamento del mezzo che quello delle sue funzioni interne, soluzioni hi-tech incluse. Il simulatore, infatti, riproduce in maniera fedele un abitacolo: il sedile, il volante e i pedali possono essere configurati con le stesse proporzioni del veicolo prescelto. Attraverso gli occhiali VR si possono vedere virtualmente il display e tutti gli strumenti. Un sistema di telecamere inoltre traccia i movimenti delle mani e li trasferisce nella scena virtuale.
Realtà virtuale nella produzione
Gli incaricati della pianificazione dell’impianto, della logistica, dell’assemblaggio, del centro di produzione pilota e del controllo qualità identificano come impostare ogni ciclo fino all’ultimo dettaglio, tenendo conto delle posizioni di ogni utensile, dei percorsi degli addetti e della fattibilità dei movimenti. In passato, per simulare la linea di produzione si usavano compensato e cartone, prendendo come riferimento vecchi prototipi smantellati. Lo stesso Business Partner Manager Digital Realities Group, Dennis Abmeier, ha dichiarato: “Ma i prototipi sono molto costosi, motivo per cui abbiamo spostato tutto nella realtà virtuale: riunioni, cicli virtuali e auto. La base dati è un’immagine digitale degli impianti di produzione, su cui vengono inserite le immagini digitali dei cicli di assemblaggio attraverso un motore grafico da gaming, poi visualizzate utilizzando occhiali 3D”.
Il risultato cui si spera di arrivare è far sì che tutte le simulazioni prodotte in questa modalità possano permettere ai lavoratori del prossimo futuro del settore automotive di navigare con occhiali e guanti, ipotizzando perfino di conoscere e testare i sistemi e gli strumenti digitali da remoto.