Belloni, Casini, Cassese, Amato: i nomi caldi per la presidenza della Repubblica.

In tempo di elezioni del Presidente della Repubblica, toto-nomi per il Quirinale, si sa, si trasforma nello sport nazionale. In questo caso la partita è iniziata con largo anticipo, già lo scorso autunno. Il nome che si è fatto più spesso è senza dubbio quello del presidente del Consiglio Mario Draghi associato all’ipotesi trasloco, a seguire l’opzione Mattarella-bis. Una rielezione, anche a tempo, del presidente uscente è ancora auspicata da molti grandi elettori nonostante l’indisponibilità, più volte espressa, del diretto interessato.

Ma la rosa non si esaurisce qui. Vediamo gli altri petali.

Elisabetta Belloni

Elisabetta Belloni è una donna delle istituzioni. Una personalità tecnica ma anche profonda conoscitrice dei meccanismi della politica. La sua carriera di diplomatica inizia a soli 27 anni, presso la Direzione generale degli Affari politici della Farnesina. Nel 2015 Paolo Gentiloni la nomina segretaria generale del ministero degli Esteri diventando così la prima donna a ricoprire questo incarico. Ruolo che continuerà ad avere anche con governi i successivi fino a quando Mario Draghi la chiama a dirigere il dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Il ruolo delicatissimo di capo dei servizi segreti. La candidatura di Elisabetta Belloni, che è molto gradito al M5s e in particolare al ministro Luigi Di Maio, potrebbe incontrare non solo il favore del centrosinistra ma anche di Fratelli d’Italia, i cui Grandi elettori sarebbero disposti a votarla.

All’interno della coalizione di centrodestra però i centristi preferirebbero puntare su altro nome, quello di Pier Ferdinando Casini.

Pier Ferdinando Casini

Non è la prima volta che l’ex presidente della Camera rientra nel toto Quirinale. Classe 1955, da 38 anni in Parlamento, alle spalle una carriera politica quasi cinquantennale. Il nome di Casini è, tra quelli che circolano, il più politico di tutti. Formatosi nella Democrazia Cristina, nel 1994 è tra i fondatori del Centro Cristiano Democratico. Dopo la rottura definitiva dell’alleanza con Silvio Berlusconi, promuove l’aggregazione di svariate formazioni centriste avvicinandosi anche al centro-sinistra. Nel 2017, in seguito alla scissione dell’Unione di Centro, nasce il partito Centristi per l’Europa. Il principale sponsor di Casini è Matteo Renzi. Fortemente contrario invece il Movimento 5 stelle.

Sabino Cassese

Poi c’è il “coniglio nel cappello”, citato da Matteo Salvini, cioè Sabino Cassese. L’ex giudice della Corte costituzionale avrebbe ricevuto infatti lo scorso pomeriggio il leader del Carroccio nella sua casa romana ai Paioli, secondo un’indiscrezione lanciata dal quotidiano il Foglio.

Nato ad Atripalda, in Irpinia, il 20 ottobre del 1935, Cassese è stato ministro della Funzione pubblica nel governo Ciampi. Noto giurista e accademico, è giudice emerito della Corte costituzionale, editorialista del Foglio e del Corriere della Sera. Specializzato in Diritto pubblico e amministrativo, Cassese ha collezionato nella sua carriera riconoscimenti prestigiosi, incluse 9 lauree honoris causa.

Giuliano Amato

Infine, Giuliano Amato. La sua candidatura come possibile nuovo Capo dello Stato non è mai tramontata ma non è neanche in pole position.

Nato il 13 maggio 1938, nel ‘56 si avvicina al Partito Socialista Italiano, ma è eletto come deputato per la prima volta solo nel 1983, anno in cui assume anche il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Craxi. Amato è stato per due volte presidente del Consiglio, più volte ministro, deputato e senatore. Non solo politica, nella sua carriera c’è anche la docenza universitaria e la pubblicazione di diversi titoli in materia di economica, diritto e istituzioni pubbliche.

L’ex premier si avvia ora a diventare presidente della corte Costituzionale. Il mandato dell’attuale presidente, Giancarlo Coraggio è infatti scaduto e sabato, sarà eletto il nuovo vertice della Consulta. Il risultato ancora non è scritto, ma sembra scontato. Una partita dunque Amato l’ha già vinta. L’altra, chi lo sa.

 

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