Gli sport invernali in Cina sono stati sempre poco praticati e relegati alle zone del nord dove gli inverni sono rigidi con ghiaccio e neve. Da quando la Cina è stata scelta per i XXIV Giochi Olimpici Invernali la popolazione è stata coinvolta per partecipare non solo emotivamente all’evento. Nel 2018 esistevano solo 524 comprensori sciistici, e 609 stadi del ghiaccio, nel 2020 erano rispettivamente 800 e 1200, l’obiettivo è di far praticare gli sport invernali a 300 milioni di persone.
Olimpiadi invernali: sviluppo turistico, economico ed ecosostenibile
Il coinvolgimento nell’organizzazione olimpica di due località come Yanqing e Zhangjiakou hanno fatto si che i benefici economici ricadessero su aree svantaggiate riequilibrando le differenze economiche tra città e campagna.
Grazie al treno ad alta velocità Zhangjiakou in futuro sarà una località sciistica facilmente raggiungibile da Pechino, con impianti adatti a gestire 63.700 persone l’ora, numerose attività legate al turismo invernali sono sorte in quelle zone. Già nel 2019 ha ricevuto 86 milioni di turisti, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente.
Yanqing sta diventando una stazione turistica aperta tutto l’anno grazie alle numerose attività all’aria aperta che si possono svolgere anche in estate e alle avanzate tecnologie per l’uso di energia solare e gas naturale che limitano l’inquinamento oltre al parco industriale ad idrogeno.
Il binomio sviluppo turistico ed ecosostenibilità faranno di questi luoghi una attrazione interessante. La popolazione locale si lascia coinvolgere facilmente e in maniera entusiasta partecipa alla crescita dell’industria turistica. Gli impianti per gli sport invernali sono stati costruiti anche in città come Canton o Sanya, nel sud del paese, zone con climi caldi tutto l’anno. Gli impiantii al chiuso dove sciare o pattinare permettono a gente che non ha mai visto la neve di apprezzare e imparare attività sulla neve o sul ghiaccio. 1900 volontari, di 1 milione di persone che hanno fatto richiesta, sono stati selezionati e formati per le Olimpiadi invernali. La formazione è stata prima teorica (lingua inglese, conoscenza degli sport e dell’organizzazione) poi pratica per valutare la capacità di resistenza al freddo e agli stress.
COVID e Olimpiadi invernali
Il 31 gennaio cade la festività più importante dell’anno la Festa della Primavera o Capodanno cinese e i giochi olimpici si terranno durante il periodo delle vacanze , terranno inchiodati davanti alla TV milioni di tifosi, considerando che comunque gli spostamenti anche all’interno del paese saranno limitati.
Il controllo della diffusione del COVID, durante queste olimpiadi invernali, è una delle scommesse più ardue in un paese blindato da due anni, ma che solo in questo modo è riuscito a gestire la pandemia. Sono stati presi numerosi provvedimenti, tra cui la vaccinazione a tappeto, costruzione di ‘bolle’ e percorsi per atleti e stranieri, separati e controllati per evitare troppi contatti con la popolazione locale, numero limitato di spettatori e comunque solo cinesi, gli stranieri non sono ammessi, se non i rappresentanti diplomatici. Nuova Zelanda, Austria, Slovenia, Svezia, Olanda: non andranno per motivi di sicurezza sanitaria legati alla pandemia,
Situazione politica internaziale e giochi olimpici
La situazione politica internazionale inoltre interferisce con i giochi, come spesso accade negli eventi di risonanza internazionale. Alcuni paesi hanno deciso di effettuare un boicottaggio diplomatico, ovvero le squadre parteciperanno alle olimpiadi ma non i rappresentanti diplomatici, ecco la lista e le motivazioni:
- Lituania: a causa delle tensioni con il governo cinese dovute all’apertura di una sede diplomatica di Taiwan considerandola di fatto uno stato autonomo.
- USA, Australia, UK, Canada, Belgio, Danimarca, Estonia, Giappone: sostenendo un crimine contro l’umanità la persecuzione contro l’etnia uigura del Xinjiang.
Le tensioni tra Cina e USA, dovute alla necessità americana di controllare lo scacchiere internazionale, si ripercuotono anche sugli eventi sportivi, ma la Cina non accetta la provocazione divisiva né tantomeno la politicizzazione dello sport.
A parte queste misure “simboliche e insignificanti” come ha detto il presidente francese Macron, lo spirito dei giochi olimpici è quello di unire i popoli e di creare un momento di condivisione, della fatica, della vittoria e della sconfitta, che va al di sopra di religione, razza, nazione ma è uguale per ogni atleta.
Papa Francesco ha ricordato che nell’antica Grecia, dove nacque l’esperienza delle Olimpiadi,
“si prevedeva addirittura la tregua dalle guerre nel tempo delle competizioni. Ogni quattro anni, il mondo ha la possibilità di fermarsi per chiedersi come sta, come stanno gli altri, qual è il termometro di tutto. …Celebrare le Olimpiadi è una delle forme più alte di ecumenismo umano, di condivisione della fatica per un mondo migliore…lo sport è uno di quei linguaggi universali che supera le differenze culturali, sociali, religiose e fisiche, e riesce a unire le persone, rendendole partecipi dello stesso gioco e protagoniste insieme di vittorie e sconfitte”.
Il motto di questi XXIV Giochi Olimpici è ‘insieme per un futuro condiviso’, rappresenta il potere dei Giochi di superare le sfide globali come una comunità, con un futuro condiviso per l’umanità.
Silvia Ronzoni
Docente di Lingua e Cultura Cinese presso Unicusano
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