Un terreno diviso, un’eredità discussa, un omicidio. Ci sarebbero queste dinamiche dietro il gesto di Angelo Tardino, 48enne che per una lite legata alla spartizione di un terreno ha assassinato il fratello, la cognata e due nipoti con un colpo di pistola. Il tutto è avvenuto in provincia di Agrigento. L’uomo ha poi tentato la fuga, nella quale ha anche tentato il suicidio. Tardino ha rivolto l’arma contro di sè mentre era al telefono con i carabinieri e ora si ritrova agonizzante in ospedale. L’uomo, braccato dalle forze dell’ordine, ha rivolto contro di sé la stessa arma utilizzata per la strage e lo ha fatto proprio mentre era al telefono con i militari. Si trovava in una strada poco distante dal luogo della strage, a due passi dal delitto. Gli investigatori, che erano ormai sulle sue tracce, stavano cercando di convincerlo a costituirsi.
Proprio mentre erano in corso le trattative tra l’uomo e i carabinieri gli stessi militari hanno udito un colpo di pistola, motivo che ha portato gli stessi agenti a mettersi con maggior forza sulle tracce di Tardino. In un primo momento era sembrato anche l’omicida fosse morto, ma poi si è appreso che l’uomo respirava ancora nonostante il colpo di pistola. Angelo Tardino è stato ritrovato agonizzante ed è stato quindi intubato e trasferito in elisoccorso all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Le sue condizioni sono gravissime. In base a una prima ricostruzione dei carabinieri, che hanno sentito alcuni vicini, la strage sarebbe stata originata da un violento diverbio per motivi economici. Sarebbero anche legati alla suddivisione di alcuni terreni della famiglia.
Omicidio, la lite per un terreno: i precedenti
Non si tratta, purtroppo, di un fenomeno isolato. Già in passato, nella frazione di San Bartolomeo in Galdo, in tre bloccarono l’accesso a un uomo al proprio terreno, ostruendone l’ingresso con dei mezzi da lavoro. E’ successo a Circello dove i carabinieri hanno denunciato tre persone per «esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, invasione di terreni e minaccia grave». I tre vennero denunciati, ma la storia fini lì. Nel giallo di Agrigento, con dinamiche spaventose, in quattro hanno perso la vita.