Sono oltre 10 milioni gli italiani che hanno contratto il Covid da quando tutto è iniziato. Di fatto uno su sei. Ma ieri per la prima volta dalla fine di ottobre il numero delle persone in attesa di guarigione ha registrato una diminuzione di oltre 25mila unità. Calano quindi gli attualmente positivi.
Il trend in decrescita, annunciato dal commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, trova riscontro nei dati dell’Agenas relativi al 24 gennaio e che velano una percentuale stabile dell’occupazione dei letti dedicati ai contagiati dal Sars-Cov-2.
Le richieste delle Regioni: colori e positivi
La discesa della curva dovrebbe consolidarsi nei prossimi giorni ma le Regioni sono già pronte a tornare alla carica per chiedere una revisione del sistema a colori. Una classificazione ormai superata, secondo il fronte dei Governatori. Soprattutto alla luce degli ultimi decreti. L’entrata in vigore dell’obbligatorietà del Green pass, base o rafforzato, rende infatti poco distinguibile la zona gialla da quella arancione.
La Riunione tra Regioni e Stato, che si sarebbe dovuta tenere oggi, è rinviata ai primi di febbraio. A quanto si apprende, sul tavolo ci sarà anche la richiesta di introdurre, nel conteggio dei ingressi in ospedale, la distinzione tra i ricoveri per Covid e con Covid. Così da escludere questi ultimi dal conto delle occupazioni dei reparti ordinari e delle terapie intensive.
Poi c’è la questione quarantene per i positivi asintomatici. Le Regioni spingono affinché vengano accorciate a cinque giorni o addirittura eliminate e sostituite con l’auto sorveglianza senza tamponi, a condizione di aver ricevuto la terza dose di vaccino.
Covid, variante Omicron e protezione vaccino
Sull’efficacia del booster contro Omicron sono arrivate le prime indicazioni dello studio realizzato insieme a Pfizer e BioNTech dall’Università Medical Branch del Texas. Stando ai risultati della ricerca, i livelli di anticorpi diminuiscono leggermente nelle settimane successive alla somministrazione del booster ma sono ancora presenti a 4 mesi dall’iniezione. Pfizer e Biontech hanno però precisato che l’iniezione di due dosi del vaccino potrebbero comunque garantire protezione contro la forma grave della malattia. Senza quindi il ricorso al richiamo.
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