Sono gli anni ‘90 a New York. Jonathan Larson, compianta stella di Broadway, all’epoca è solo un trentenne squattrinato e irrequieto. O meglio un quasi trentenne dato che al suo compleanno manca ancora qualche giorno, un conto alla rovescia che il giovane vive malissimo. Da otto anni lavora a quello che considera il suo grande capolavoro, il musical distopico Superbia (a cui manca ancora la canzone principale), intanto paga le bollette servendo in una tavola calda. Se da un lato la carriera sembra non decollare, dall’altro Larson resta convito che diventerà un nome grazie alle sue doti da artista poliedrico che scrive, compone, recita e canta. Ma sembra rimasto il solo a credere nei sogni, nella sua cerchia di amici molti hanno già detto addio alle proprie ambizioni in cambio di un impiego sicuro e redditizio, anche la sua fidanzata è prossima a lasciare Manhattan. Con il giro di boa dei trenta che si avvicina inesorabile, come una bomba a orologeria pronta a esplodere (Tick, Tick… Boom!), arriva finalmente anche l’occasione per mettersi alla prova: presentare un workshop – prova generale per produttori e critici – sul suo grande spettacolo. È l’ora della verità.
Tick, Tick… Boom! è un omaggio al maestro della commedia musical
Il film di Lin-Manuel Miranda racconta una storia vera, la travagliata vita di un maestro della commedia musical, e lo fa fondendo la ricostruzione biografica all’opera omonima, Tick Tick… Boom!, monologo scritto da Larson stesso dopo Superbia per elaborare la delicata fase appena attraversata. Sono, infatti, anche gli anni terribili dell’AIDS che continua a falcidiare non pochi suoi amici. Con la morte che lo circonda, quel titolo così evocativo che simula il deflagrare di una bomba suona quasi sinistro se ci spingiamo appena qualche anno più in là nella sua biografia. Premio Pulitzer per la drammaturgia e vincitore di due Tony, Larson non conoscerà mai la gloria, fulminato da un aneurisma proprio la sera prima del debutto del suo famosissimo Rent, scritto di seguito all’opera che da il titolo al film di Miranda.
Film che è un omaggio, una celebrazione dell’estro artistico e della musica più travolgente ma anche una fotografia della vita di quegli anni, tra l’indigenza, il tipico blocco dello scrittore e l’ansia di arrivare. Viene ricostruito nei dettagli il trasandato appartamento dove Larson era in affitto, tra Soho e Greenwich Village, teatro di molte feste ma anche studio dove mettere appunto le mille canzoni, il dinner dove lavorava (palcoscenico di una delle sequenze più memorabili e riuscite), la piscina dove andava a svagarsi. Tutto si muove tra questi pochi scenari, che ospitano talvolta trascinanti performance. E il merito, su questo, è necessariamente da attribuirsi ad Andrew Garfield, straordinario interprete di una personalità così complessa, talentuosa e brillante. Energico, vitale, affronta la prova attoriale in maniera molto fisica, senza contare le inaspettate doti vocali sfoderate per l’occasione.
In streaming su Netflix
Già forte del trionfo ai Golden Globe, dove si è aggiudicato miglior film e miglior attore nella categoria musical e commedia, Tick Tick…Boom! ritratto di un grande artista ma anche originale indagine sul prezzo del successo, si avvia verso gli Oscar con buone chance di riservarci qualche sorpresa. Intanto, la scelta oculata di distribuirlo in streaming su Netflix promette di aprire finalmente il musical a una platea più vasta, andando oltre la solita nicchia degli appassionati.