Ingressi dimezzati, addirittura azzerati, per il settore dello spettacolo. E’ l’allarme lanciato dall’Unione europea delle cooperative, in riferimento al nuovo decreto di aiuti per un settore in crisi che, afferma Uecoop, “vale oltre 320mila posti di lavoro messi a rischio dalla ripresa dei contagi per la variante Omicron dopo un 2021 che non ha permesso di recuperare il terreno perso a causa del virus”.

Quanto ha perso il settore dello spettacolo

“Nell’ultimo anno di pandemia Covid il settore dello spettacolo, dai cinema ai teatri, dai concerti alle discoteche, rispetto ai livelli pre pandemia ha perso oltre il 50% degli ingressi, che in alcuni casi sono stati addirittura azzerati con un impatto devastante su fatturato e occupazione”.

Situazione drammatica per tutto il comparto

Una situazione “drammatica”, spiega Uecoop, per un settore dove “il gruppo più numeroso è rappresentato dagli attori (25,4%), seguiti dai lavoratori degli impianti e circoli sportivi (11,2%), dagli impiegati (11%) e dai concertisti e orchestrali (9,4%) con più di 45mila giovani fra i 25 e i 29 anni e le donne che rappresentano oltre 4 addetti su 10 (42,5%). Il problema dei lavoratori dello spettacolo non riguarda ovviamente i professionisti già affermati che hanno risorse economiche per superare il blocco causato dall’emergenza, ma colpisce tutti gli altri che, magari a inizio carriera o con posizioni professionali meno qualificate, hanno una retribuzione media annua che già nel 2019, quando ancora non si era entrati nella bufera Covid, raggiungeva appena i 10.664 euro con meno di 1 giornata di lavoro su 3 da gennaio a dicembre.

Il settore dello spettacolo è tra i più colpiti dalla crisi causata dal Covid

In questi due anni, il mondo dello spettacolo “è stato uno dei settori maggiormente colpiti dagli effetti delle misure legate al Covid-19. Tanto che fra il 2019 e il 2020- sottolinea Uecoop- più di 1 lavoratore dello spettacolo su 5 (21%) ha lasciato il mestiere, secondo l’Osservatorio Gestione Lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti dell’Inps. Oltre alle limitazioni per la sicurezza sanitaria, sulla ripresa del settore pesa anche l’effetto psicologico dei timori generati dall’impennata dei contagi che riduce ancora di più la quota di ingressi in teatri, cinema o anche solo nei locali in cui prima della pandemia si organizzavano spettacoli o laboratori in collaborazione con le scuole o con i Comuni.

Il settore chiede aiuto

Siamo di fronte a una crisi senza precedenti che non potrà essere riassorbita in tempi brevi, per questo- afferma Uecoop- servono aiuti strutturali a lavoratori e aziende“. In questo senso, conclude la nota, “è importante il via all’assegno di disoccupazione Alas destinato ai lavoratori autonomi dello spettacolo rimasti senza occupazione a causa della crisi del settore provocata dalla pandemia per la disoccupazione involontaria nei casi di interruzione del rapporto a decorrere dal 1 gennaio 2022″.

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