“Senza donne non se ne parla”, siglato oggi il Memorandum a Viale Mazzini. Si tratta di un documento sottoscritto dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, dalla presidente Rai, Marinella Soldi, e dai rappresentanti del Cnel, dell’Upi, dell’Anci, della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, del Cnr, dell’Accademia dei Lincei e della rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Con la firma la Rai si impegna affinché nei dibattiti e nei talk show sia assicurata una pari presenza di uomini e donne.
Gli obiettivi
Il Memorandum nasce dalla campagna di sensibilizzazione della Commissione europea. Partita un anno fa da Rai Radio1 a cui poi hanno aderito istituzioni e organizzazioni di tutta Italia ricevendo anche l’adesione del Capo dello Stato.
“Le parti – si legge – si impegneranno nell’arco di tre anni a raggiungere le finalità dall’accordo attraverso un Coordinamento, presieduto dalla Rai, composto da un rappresentante per ciascun firmatario”. “Un servizio pubblico per tutti – commenta la consigliera Rai, Francesca Bria – deve partire dalla valorizzazione di competenze, saperi e talento femminili. Anche in relazione al bisogno di aumentare l’occupazione femminile nei settori chiave del futuro come tecnologia, economia e sostenibilità”.
Soldi, pres. Rai: “Una scelta di riconoscimento di merito delle donne”
“No Women No Panel è un impegno affinché in ogni dibattito ci sia equa rappresentanza di uomini e donne. Come Servizio Pubblico abbiamo la possibilità, i mezzi e la forza per attuare passi concreti di cambiamento. La presenza femminile nella programmazione Rai è al 37% e le donne vengono chiamate per lo più a parlare delle storie personali, meno delle loro competenze. Come Servizio Pubblico abbiamo la responsabilità di proporre modelli nuovi, anche al femminile”, ha dichiarato Marinella Soldi aggiungendo che l’Italia è al 14° posto nella classifica europea per parità di genere.
“Una iniziativa che abbiamo lanciato un anno fa assieme alla Rai e volta a facilitare la presenza plurale nei dibattiti, anzi ad obbligare i dibattiti a essere plurali. Adotteremo questo principio” così il Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Antonio Parenti a margine del lancio della campagna.
Il plauso arriva anche dalla senatrice Pd Valeria Fedeli, capogruppo in commissione di Vigilanza Rai, per “una scelta importante e qualificante”.
Ora si spera che dibattiti sulla parità di genere, composti da soli relatori uomini, restino solo un brutto ricordo.
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