Regole scuola covid 2022, in arrivo novità. Le ha anticipate il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che si è detto favorevole a “tenere in classe tutti gli studenti che si sono vaccinati“, mentre “la didattica a distanza dovrebbe essere riservata a coloro che volontariamente hanno deciso di non sottoporsi alla vaccinazione”.
Regole scuola covid 2022
Al momento le regole in vigore sono quelle contenuto nel decreto del 31 dicembre 2021. Le norme sulla quarantena a scuola sono diverse rispetto a quelle che riguardano gli altri ambienti e variano a seconda del grado degli istituti.
Scuola dell’infanzia
Se c’è un positivo nella classe o nella sezione vengono sospese le attività e i bambini sono in quarantena per 10 giorni.
Scuola elementare
Se c’è un solo positivo parte la sorveglianza con testing del gruppo: le lezioni si svolgono in presenza, ma tutti gli studenti devono effettuare un test rapido o molecolare (appena vengono a conoscenza del caso di positività del compagno o della compagna di classe) e un altro dopo cinque giorni dall’ultimo contatto.
Se invece ci sono due o più positivi, tutta la classe è in quarantena e le lezioni vengono svolte in didattica a distanza.
Scuola secondaria di I e di II grado
Se c’è un solo positivo nella classe viene attivata l’autosorveglianza: le lezioni continuano in presenza e gli studenti devono indossare le mascherine Ffp2.
In caso di due positivi, tutti gli studenti che non hanno ricevuto la dose booster, che sono vaccinati a ciclo completo da più di 120 giorni o che sono guariti dal Covid da più di 120 giorni devono seguire le lezioni in didattica a distanza. Tutti gli altri continuano le lezioni in presenza con l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2.
Se invece i positivi nella classe sono tre, tutto il gruppo va in quarantena per 10 giorni e le lezioni vengono svolte a distanza.
La rabbia dei sindacati
Nonostante il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi abbia espresso soddisfazione per il rientro a scuola dopo le feste natalizie, affermando che le regole funzionano, i sindacati sono sul piede di guerra. Pino Turi, segretario della Uil Scuola, ha espresso le sue perplessità sulla situazione ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. “Mi arrivano continuamente grida di dolore provenienti dal personale delle scuole –ha affermato Turi-. Se le scuole stanno andando avanti è grazie alla volontà del personale che ci stanno mettendo anima e cuore, affrontando il virus a mani nude, ma contro il virus questo non basta, ci volevano interventi che non sono mai stati fatti. Ovviamente il ministro fa il suo mestiere, ma quando si dicono cose che non hanno riscontro nella realtà si inizia a perdere credibilità. Sto chiedendo al ministro i dati e non li abbiamo. Si continuano a raccontare cose, ma non si tirano fuori i dati. Si va avanti alla carlona”.
Mancano gli investimenti
Secondo Turi, “servivano investimenti per i presidi sanitari nelle scuole, gli antichi non erano stupidi quando avevano previsto un medico a scuola. La scuola è uno spaccato della società, lì ci voleva un osservatore e invece si è pensato di risparmiare facendo fare il tracciamento a un bidello o a un preside. Che fine hanno fatto i soldi del piano digitale nazionale che erano riservati al potenziamento della dad? La dad l’hanno fatta i docenti con i loro strumenti. Noi di soldi non ne abbiamo visti. Si raccontano delle bugie pensando che dicendole 3 volte al giorno diventino realtà. La cruda realtà però è diversa”.