Il Romanzo Quirinale è ufficialmente iniziato. Questo capitolo inizia tanto tempo fa. I protagonisti sono due: un uomo importante e il suo fidato consigliere. Silvio Berlusconi e Gianni Letta.

Premessa

Mancano nove giorni alla prima seduta comune dei grandi elettori. Nove giorni all’appuntamento più importante della vita istituzionale della Repubblica Italiana. L’elezione del Capo dello Stato.

Un’elezione tra le più intricate in un momento tra i più delicati della nostra storia. Ma ora che il Presidente della Camera Roberto Fico ha messo a punto le modalità che consentiranno lo svolgersi delle operazioni di voto in piena sicurezza anti-covid, i partiti hanno iniziato a limare le loro strategie.

Capitolo I

Nelle ultime settimane si è scritto molto sullo spendersi di Gianni Letta nel provare a convincere il Cavaliere a fare un passo indietro nella corsa al Colle. Dopo le indiscrezione trapelate sulla stampa, Letta ha deciso di parlare apertamente ai giornalisti dell’imminente elezione. Lo ha fatto due volte in appena 24 ore. Quando, negli ultimi vent’anni, si contano forse sulle dita di una mano le volte in cui si è esposto mediaticamente.

Se il clima sentito alla Camera e al Senato nel ricordo di David (Sassoli ndr) fosse quello che porta i grandi elettori a votare per il presidente della Repubblica – ha detto Letta – sarebbe una grandissima lezione e il contributo di David alla pacificazione del Paese e allo sviluppo dell’Italia”.

Serenità e valutazione degli interessi generali del bene comune prima di ogni altra cosa. Deve essere la guida per ognuno di quelli che hanno la responsabilità, il compito e il dovere di eleggere il nuovo capo dello Stato”, è tornato a ribadire a margine dei funerali di Stato del Presidente dell’Europarlamento.

Parole che hanno fatto molto rumore.

Chi è Gianni Letta

Gianni Letta, classe 1935, è un giornalista e dopo 15 anni alla direzione del quotidiano romano Il Tempo, nel 1987 diventa vicepresidente delle comunicazioni del Gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi. Dopo la “discesa in campo” dell’imprenditore di Arcore e la vittoria elettorale del Polo delle Libertà alle elezioni politiche del 1994, lo stesso Berlusconi, incaricato di formare un esecutivo, lo volle e lo propose come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Carica che ricopre durante tutti i governi guidati dal Cavaliere con le funzioni di Segretario del Consiglio dei ministri (l’unico sottosegretario di Stato ammesso a partecipare al Consiglio dei ministri ndr).

Ai fini di questo racconto è opportuno ricordare che nonostante i prestigiosi incarichi governativi ricoperti nei quattro governi Berlusconi, Gianni Letta non è mai stato iscritto né a Forza Italia, né al Popolo della Libertà né ad altri partiti.

Il 16 novembre 2011 al termine del giuramento del Governo Monti che ha sancito la fine dell’era politica berlusconiana, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha dichiarato: “Desidero rivolgere uno speciale ringraziamento a Gianni Letta per la continua e sempre scrupolosa collaborazione istituzionale, per la sensibilità, la competenza e lo spirito di servizio con cui ha contribuito a tenere vivo e limpido il rapporto tra il presidente della Repubblica e il governo nell’interesse generale del Paese e della coesione nazionale e sociale“.

Il rapporto con i leader di oggi

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che negli ultimi giorni è tornato a calcare le scene televisive, discutendo con Bruno Vespa di “un ballottaggio tra Berlusconi e un altro candidato” che potrebbe essere “un esponente di centrodestra o di area centrale, o tecnica, o di centrosinistra, un candidato di tutto il resto dello schieramento”, ha anche accennato al nome di Gianni Letta. “Io che sono un cultore degli schemi politici dico che Gianni Letta sarebbe sicuramente un uomo del centrodestraha inoltre affermato Renzi, ospite di Metropolis live su Repubblica tv.

Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, tramite l’amicizia con Goffredo Bettini avrà avuto modo di conoscerlo – si veda ad esempio la festa di compleanno dell’ex senatore dem. Quanto a fondo non ci è dato sapere. Ma ci sarebbe proprio Letta dietro l’endorsement dei mesi scorsi di Berlusconi al reddito di cittadinanza. Senza dimenticare che Gianni Letta sarebbe stato, ai tempi, la personalità politica che più si sarebbe spesa per garantire la sopravvivenza del Conte II.

Emilio Carelli di Coraggio Italia durante la trasmissione Restart 264 su Cusano Italia TV ha dichiarato: “Gianni Letta ha tutte le caratteristiche per ricoprire l’incarico di Presidente della Repubblica. È sicuramente una persona che in questi anni ha tenuto rapporti politici cordiali con tutte le forze, ha svolto spesso azioni di mediazioni con grande successo aiutando a risolvere crisi politiche”. Tutte le carte in regola insomma

E il PD? Potrebbe convergere su candidato forzista per evitare l’impasse, al di là della parentela tra il segretario Enrico Letta e lo zio Gianni e i rumors secondo cui Letta Senior non sarebbe rimasto con le mani in mano in occasione delle recenti suppletive senesi che hanno riportato in Parlamento il segretario dei Dem.

Il piano B.

In questa 13° elezione il pallino, ormai è chiaro, ce l’ha il centrodestra come non è mai accaduto prima. In un modo o nell’altro farà valere questo vantaggio con una personalità che fa parte della sua storia. E se è vera la diceria secondo cui in questo conclave laico chi entra Papa esce cardinale, è naturale chiedersi se non ci sia un altro obiettivo dietro la decisione di mettere sul piatto così apertamente il nome di Silvio Berlusconi.

Creare un clima di tensione da pacificare poi con un compromesso di cui attestarsi il merito? E comunque, portare al Colle il proprio braccio destro, non sarà forse il sogno di Berlusconi ma potrebbe di certo dirsi una vittoria.

Ora qualcosa inizia a muoversi anche a Palazzo Chigi. Ieri, prima dell’appuntamento del centrodestra a Villa Grande, Gianni Letta è stato ricevuto da Antonio Funiciello, capo di gabinetto del premier Mario Draghi. Quando le agenzie battono la notizia il vertice della coalizione è finito da più di un’ora.

Ancora tanto rumore. E tanti puntini che se uniti ci portano dritti dritti al Quirinale. Se poi da questo disegno emergerà uno scarabocchio o il nome del prossimo Presidente della Repubblica, lo scopriremo solo (a partire da) il 24 gennaio.

Note

Nel 2006 – nell’elezione che porterò Giorgio Napolitano sullo scranno del colle più alto – Berlusconi propose il nome di Letta al primo scrutinio. 369 i voti raccolti. Chissà che alla fine non accada anche questa volta, magari alla terza o quarta votazione. I consensi potrebbero essere decisamente di più.

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