Verso l’elezione del presidente della Repubblica si accendono gli animi per quanto riguarda le prime candidature. A far discutere è quella di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e tra i papabili a ricoprire il ruolo di Capo di Stato. Sul tema è intervenuto il segretario del Pd Enrico Letta che, aprendo il fronte democratico nel dibattito verso il Quirinale, manda un messaggio alla maggioranza per raggiungere una sorta di patto di legislatura.

L’obiettivo è quello di sciogliere l’impasse sul Colle.Proponiamo un’iniziativa che crei un patto di legislatura per completarla nei tempi naturali – spiega Letta – ma serve l’elezione di un o una presidente della Repubblica istituzionale, super partes, di garanzia per tutti”, spiega. Inoltre bisogna “dare energia perché i prossimi 14 mesi di governo siano efficaci in continuità ma con rinnovata energia e completare le riforme per la buona politica”.

Nelle parole di Letta c’è un chiaro rimando alla candidatura di Berlusconi, tema sul quale il segretario del Partito Democratico puntualizza, anche alla luce dell’accordo nel centrodestra sul futuro candidato: Non c’è nessun diritto di precedenza che il centrodestra può vantare nell’indicare il presidente della Repubblica: si è confuso un atteggiamento rispettoso da parte nostra con un diritto che non c’è, non è che il centrodestra debba semplicemente valutare l’equilibrio migliore al suo interno. Sarebbe una scelta profondamente sbagliata. Come è sbagliata la logica dello scoiattolo di cercare voti in una dinamica che non è quella del tempo che stiamo vivendo. In Parlamento nessuno ha la maggioranza, ognuno deve considerare l’essere minoranza con responsabilità, che è l’atteggiamento con cui ci muoviamo”.

Letta oltre il Quirinale: “nessun candidato del Pd”

Sulla possibile candidatura di un elemento del Partito Democratico per la corsa al Quirinale Letta non si sbilancia, anzi, dice chiaramente che sarà fatta un’opera d’attenzione: “Responsabilità è l’atteggiamento col quale ci stiamo muovendo. In tanti ci stanno dicendo: mettete in campo anche voi una candidata o un candidato. Nel momento in cui in Parlamento c’è una unione di minoranze, mettere in campo nomi significa bruciarli. Non bisogna essere oggetto di veti da parte di altre parti politiche”.

Fra gli obiettivi del patto per il Quirinale ci sono quelli di “limitare il fenomeno del trasformismo parlamentare. Si tratta di uno degli elementi di maggiore lontananza dei cittadini dalle istituzioni, fino alla nostra disponibilità, che abbiamo sempre dato, ad aggiustare la legge elettorale. Ora non è la più bella legge elettorale che potremmo avere”, afferma il leader dem. “Tutte cose che necessitano di un accordo generale, che parta dalle forze di maggioranza, per rinnovare il patto di legislatura. Le sfide hanno bisogno di un largo patto di legislatura”, ribadisce.