La Pinsa Romana ha compiuto 20 anni e nonostante la giovane età vanta moltissimi estimatori in tutto il mondo. Questa è la storia di un’eccellenza italiana e di una famiglia romana, con la panificazione nel sangue. Una storia di ricerca, di rigore scientifico, applicati alla tradizione centenaria di forno e farina.
“Pinsa Romana” nel nome richiama la pizza, ma deriva dal latino “pinsere”
In un paese in cui la pizza è un’istituzione l’idea di creare un impasto simile ma completamente rivoluzionato sarebbe potuta essere una azzardo. In realtà la pinsa si ispira ad un’antica ricetta che risale al tempo dell’ antica Roma. Il prodotto era la base dell’alimentazione delle popolazioni contadine fuori le mura. Grazie alla macinazione di cereali (miglio, orzo e farro) e con l’aggiunta di sale ed erbe aromatiche, cucinavano delle schiacciatine. La ricetta, rielaborata grazie a ingredienti e tecniche di lavorazione moderne, richiama nel nome la pizza ma deriva proprio dal latino “pinsere”: allungare-schiacciare.
L’idea di tentare un impasto nuovo e la conseguente nascita della pinsa è del pizzaiolo Corrado Di Marco, esperto di panificazione, che nel 2001 crea un inedito e innovativo prodotto, caratterizzato da una forma ovale da un’alta digeribilità, dovuta a diverse tecniche di lievitazione-maturazione e ad originale mix di farine utilizzato: farina di frumento, farina di riso, farina di soia e pasta madre.
Una storia familiare e imprenditoriale
Ai microfoni di Radio Cusano Campus Alberto Di Marco, figlio di Corrado, spiega come nasce la pinsa.
“Mio padre aveva il sogno di creare un prodotto nuovo che incarnasse delle caratteristiche in cui credeva. Influenzato da mia madre che è una dietista, voleva realizzare un impasto leggero, digeribile, fruibile da tutti e destinato anche a chi è attento all’alimentazione. Un nuovo tipo di pizza con una forma ovale ed un nome diverso. Sembrava un sogno irrealizzabile venti anni fa ma l’idea e il prodotto erano buoni ed oggi lo abbiamo portato in tutto il mondo.
Il grande salto è stato fatto negli ultimi 5 anni quando in azienda siamo entrati noi, i giovani dell’ultima generazione. Abbiamo portato energie nuove tanta voglia di crescere. Solo nel 2019 ho preso 104 voli aerei in 365 giorni ed ora la pinsa è ovunque: dagli stati Uniti alla Russia, dal Giappone agli Emirati Arabi.”
Come è possibile che la pinsa sia la stessa in tutto il modo? La grande formazione e una “pinsa school” assicurano una realizzazione fedele del prodotto. Ma non è tutto perché come spiega Di marco “esiste un disciplinare che deve essere seguito da tutte le pizzerie che vogliono fare questo tipo di lavorazione. Diamo istruzioni precise su come realizzare l’impasto che è particolare, perché richiede molta più acqua di quello della pizza. Motivo per cui contiene anche meno calorie.” Partendo proprio dall’impasto i pinsaioli devono rispettare tutte le fasi di lavorazione al dettaglio perché la corretta produzione della pinsa romana è una vera e propria scienza.
La crescita esponenziale della Pinsa inizia a registrarsi sensibilmente circa 10 anni fa (2007), al giorno d’oggi si contano più di 5000 Pinserie in tutto il mondo e migliaia di clienti che la scelgono per caratteristiche e la peculiarità. Durante un viaggio negli Usa per la presentazione del prodotto – conclude Di marco – improvvisamente dalla platea una persona si alzò dicendo di aver capito il segreto della pinsa: “voi avete inventato la pizza per la donna!”.
Nella semplicità di questa esclamazione l’intuizione del successo di un’idea. I risultati della ricerca in campo alimentare. Il riconoscimento di una storia familiare e imprenditoriale tutte italiane.
Ascolta Radio Cusano Campus
Per troppo tempo non ho più potuto mangiare pizza, per problemi seri allo stomaco. Poi ho scoperto la pinza e mi è sembrato un sogno