L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) si opporrà alla richiesta d’archiviazione della Procura di Trento riguardante la sua denuncia querela per maltrattamento e detenzione incompatibile degli orsi rinchiusi al Casteller dalla Provincia autonoma di Trento.
Orsi Trentino, la battaglia dell’OIPA contro i maltrattamenti continua
Oipa ha presentato nell’ottobre 2020 alla Procura della Repubblica di Trento istanza di sequestro preventivo del Centro faunistico della Provincia Autonoma di Trento “Casteller” per inidoneità della struttura a ospitare gli orsi attualmente detenuti, e gli altri che si prevede di catturare. L’istanza di sequestro presentata dall’associazione si basa su quanto emerso dal rapporto dei carabinieri Cites inviati dal Ministero dell’Ambiente che attestava l’inidoneità della struttura a garantire benessere degli animali.
«Anche se al Casteller attualmente è imprigionato solo M49 detto anche Papillon, dopo il trasferimento degli altri due orsi in strutture di cattività estere, la nostra battaglia continua, tanto più che i posti liberati potrebbero essere nuovamente occupati, data la politica di captivazione portata avanti dalla Provincia di Trento», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
Cosa dice la relazione degli esperti sugli orsi imprigionati in Trentino?
Nella relazione degli esperti inviati al Casteller dal Ministero dell’Ambiente nel 2020 si legge che: “All’atto della visita i tre individui detenuti nella struttura, denominati M49, M57 e DJ3, erano ospitati separatamente nella zona indoor all’interno dei tre box tana, con le porte verso l’esterno bloccate, per consentire i lavori di adeguamento della struttura, già descritta nella relazione a firma dei sottoscritti datata 24.06.2020, volti a mitigare il rischio di ulteriori fughe degli individui ospitati, ad implementare la capacità recettiva della stessa, che attualmente è limitata a tre individui, nonché a migliorare le modalità di gestione degli individui ospitati. Sono infatti in corso i lavori di realizzazione di una gabbia esterna al box indoor che ospita M49, di caratteristiche costruttive analoghe a quella della gabbia già esistente e di circa 12 mq di superficie, collegata con esso attraverso porte a ghigliottina, dotata di un soppalco che ne amplierebbe le dimensioni e di una vasca, che dovrebbe consentire a M49 di disporre anche di un esiguo spazio all’esterno. Il Dr. Giovannini, Dirigente del Servizio Fauna e Foreste della Provincia Autonoma di Trento, in merito ha dichiarato che tale struttura sarebbe stata completata nel giro di uno-due giorni, consentendo quindi l’immediato ampliamento dello spazio attualmente a disposizione dell’individuo M49. Altre opere in progetto, per le quali non è stata però prodotta documentazione tecnica in quanto non realizzata, come dichiarato dal Dr. Giovannini, sono:
- la realizzazione di un’altra gabbia esterna analoga a quella in fase di costruzione, ma più ampia, a servizio dell’ultimo box indoor che attualmente ospita l’individuo DJ3
- la sostituzione dei setti divisori elettrificati interni con barriera in cemento
- la pannellatura con lastre in metallo liscio della recinzione perimetrale per l’intera altezza
- la realizzazione di un’altra gabbia distante circa 200 mt dal recinto faunistico utile ad ospitare eventuali individui rinvenuti in difficoltà per l’attività di recupero alla vita libera e che possa comunque essere utilizzata per l’eventuale isolamento degli individui ospitati dalla struttura.
La terza gabbia dovrebbe essere completata in circa due settimane e gli ulteriori lavori dovrebbero concludersi entro la fine del 2020. Tenuto conto che il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha emesso altre tre ordinanze di cattura e captivazione di altrettanti individui ritenuti problematici, tra cui JJ4, il Servizio Foreste e Fauna ritiene ineludibile aumentare la ricettività dell’area faunistica in questione”.