Strage Costa Concordia. Sono passati esattamente 10 anni dal disastro che portò alla morte di 32 persone. Alle ore 21, 45 del 13 gennaio 2012, la nave da crociera Costa Concordia impattò contro gli scogli nei pressi dell’Isola del Giglio, in provincia di Grosseto. La nave, di proprietà della compagnia Costa Crociere del gruppo Carnival, era comandata da Francesco Schettino.

Strage Costa Concordia, il ricordo di De Falco

A 10 anni dal disastro della Costa Concordia, il senatore Gregorio De Falco, all’epoca del naufragio della Costa concordia capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. “A distanza di 10 anni ci si allontana dal dettaglio e si riesce ad avere una visione d’insieme della vicenda, anche cercando di trarre qualche lezione dall’accaduto –ha affermato De Falco-. Io ricordo alcuni momenti assolutamente violenti, quando ebbi la prima telefonata che aveva il tono dell’annuncio di un’emergenza drammatica. Salì immediatamente una forte preoccupazione che mi confermata dalla sala operativa, dove si era compreso che c’era una vera e propria mistificazione da parte del comando di bordo, le informazioni che ci arrivavano riguardavano semplicemente il blackout e non erano coerenti con le informazioni che ci erano giunte dalla telefonata di una parente della passeggera. Capimmo facilmente che c’era qualcosa che non ci veniva detto, per questo insistemmo per farci dare il mayday“.

I soccorsi

“Facemmo quello che dovevamo fare -ha proseguito De Falco-. Arrivarono 8 elicotteri, 48 unità navali, nuclei subacquei, ma non c’era la dichiarazione di emergenza e soprattutto a bordo non era partita l’emergenza, le persone erano state ancora tenute in cabina. Alle 21.50 circa il comando di bordo acquisisce piena consapevolezza che la nave stava affondando, a quel punto doveva dichiararsi l’emergenza generale e invece trascorrono 50 minuti, questo ritardo ha comportato che la nave si inclinasse”.

La telefonata Schettino De Falco

De Falco ha poi ricordato la famosa telefonata con Francesco Schettino. “Il salga a bordo fu una cosa detta d’impatto, ma è la prima telefonata quella più importante, in cui chiedo di dare il mayday -ha affermato De Falco-. Da quel momento comincia effettivamente l’operazione di soccorso a bordo. Il torni a bordo era un’indicazione. La mancanza di autorità a bordo è qualcosa di inaudito, può mancare il comandante ma non il comando a bordo, ma l’autorità di terra non aveva alcun riferimento a bordo. Io ho fatto solo il mio lavoro, l’ho fatto come lo sapevo fare, nel migliore modo possibile. Da parte del comandante sono stati commessi errori molto gravi, perché hanno portato alla morte di 32 persone che avremmo potuto salvare anche dopo l’impatto”.

Le condanne

L’unico ad andare in carcere è stato Schettino. “E’ vero che l’unico che ha affrontato il processo è stato il comandante, quello che aveva la maggiore responsabilità -ha affermato De Falco-. Gli altri, lungi dall’essere assolti, hanno ammesso immediatamente le proprie colpe e hanno subìto le condanne. Il primo ufficiale, il terzo ufficiale, il comandante in seconda, la Costa Crociere sono stati tutti condannati. Quindi è vero che entrato nelle patrie galere soltanto il comandante, ma è anche vero che le scelte scellerate sono state le sue, gli altri hanno avuto la colpa di non impedirle”.