Occupazione terapie intensive Italia. Sono stati resi noti gli ultimi dati del monitoraggio dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).
Occupazione terapie intensive Italia
Sale al 18% in Italia l’occupazione delle terapie intensive (era all’11% il 24 dicembre). A livello giornaliero, il dato cresce in 11 Regioni. Nella provincia autonoma di Trento l’occupazione arriva al 31%. Subito dietro ci sono il Piemonte (24%) e le Marche (22%). Sopra i livelli di guardia anche Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lazio (21%), Veneto, Liguria, Sicilia e Calabria (20%). In Val D’Aosta il tasso è al 18% così come in Abruzzo. In Lombardia è al 17% così come in Emilia Romagna e nella provincia autonoma di Bolzano. In Umbria il tasso di occupazione si attesta al 16%, in Sardegna al 14%, seguono Campania (12%), Molise (5%) e Basilicata (3%)
In terapia intensiva il 72% è no vax e il 28% vaccinato
Secondo i dati della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) nelle terapie intensive degli ospedali sentinella, il 72% dei pazienti è non vaccinato e il 28% vaccinato. “Del 28% di pazienti covid in rianimazione vaccinati, oltre i due terzi sono persone già affette da gravi patologie e che per questo motivo molto probabilmente hanno avuto una ridotta efficacia del vaccino –ha affermato Eva Colombo, vicepresidente della Fiaso, su Cusano Italia Tv-. Oppure non hanno completato il ciclo vaccinale con tutte le dosi. Quindi in sostanza le persone che al momento sono in terapia intensiva o non sono vaccinate oppure sono gravemente compromesse. Chi ha fatto le tre dosi e non ha patologie particolari è molto più sicuro. In terapia intensiva ci sono anche diversi giovani non vaccinati. Questo significa che il fatto di essere giovani e sani non tutela dal fatto di finire in terapia intensiva”.