La variante Omicron continua la sua corsa fra le persone. Secondo l’OMS un europeo su due sarà positivo alla variante entro Marzo 2022. Sulla stessa lunghezza d’onda Fauci che ha ribadito come: “La variante Omicron troverà il 50% delle persone.” Uno scenario sinistro o in effetti un passo decisivo verso l’immunità di gregge? Ma soprattutto, se è vero che la variante Omicron porta ad un numero ridotto di ospedalizzazioni, in particolare sui vaccinati, è anche vero che aumentando i positivi, per semplice statistica, aumenteranno i ricoveri in terapia intensiva nei soggetti più fragili. Il nostro sistema sanitario nazionale reggerà all’impatto? Ha risposto a questa domanda il Prof. Paolo Nucci, Professore Ordinario di Oftalmologia all’ Università di Milano, intervenuto nel corso del programma “Genetica Oggi” curato e condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus.
Sistema Sanitario Nazionale sempre a rischio
“La mancanza di un sistema intermedio – dice il Prof. Nucci – che aiuti il territorio a supportare gli ospedali si sente molto. Senza le case della salute, le case di comunità, di fatto il riverbero immediato è sugli ospedali. Abbiamo pronto soccorso invasi dalle persone, interventi differiti (anche se a rischio) e la sanità è ancora una volta di corsa e in affanno. Da questo punto di vista mi sarei aspettato un adeguamento immediato del territorio e questo ancora non c’è.” Ma perchè siamo ancora cosi? Una domanda semplice quasi banale nella sua però concretezza. “Qualche timido tentativo è stato fatto in Lombardia, ma è veramente qualcosa di poco conto. I tempi sono lunghi e la logistica è quella che difetta questa nazione. Devo dire che anche la comunicazione ha mandato i pazienti in ‘sbattimento’ perché è stata poco chiara.”
Resta in piedi il tema di un nuovo Sistema Sanitario Nazionale capace di erogare salute ma al tempo stesso di mantenere le sue caratteristiche di universalità e gratuità.
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