La dura vita dei negozi vicino a una farmacia. La denuncia dei titolari delle attività commerciali. Le farmacie che effettuano i test anti Covid sono nel mirino delle polemiche. Sono diventate un problema per le attività commerciali vicine. I titolari dei negozi e i cittadini denunciano gli assembramenti nei pressi dei gazebo adibiti ai test, le lunghe file disordinate che ostacolano il passaggio, la paura di essere contagiati nel camminare tra chi deve fare il tampone o chi sta aspettando l’esito. I negozianti sono molto preoccupati perché a causa di questa situazione lavorano poco. Alcuni esercenti di via Tiburtina, a Roma, che si trovano accanto o vicino alla farmacia sita al civico 348, hanno denunciato le difficoltà in cui versano le loro attività commerciali nel programma “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus. “Siamo disperati – dicono – perché da mesi, a causa dell’affollamento incontrollato davanti le nostre vetrine e porte di entrata, abbiamo perso clienti e soldi”. 

La denuncia dei negozianti di via Tiburtina, a Roma

La testimonianza di Asher Benattia titolare di un negozio di abbigliamento per uomo e di uno per bambini:

 “Oggi con questa variante abbiamo molta paura, perché ci sono file anche di 80-90 persone che si ammassano sul marciapiede adiacente al mio negozio. Abbiamo clienti che ci dicono che hanno paura di venire nel mio e negli altri negozi adiacenti alla farmacia. In zona ci sono delle piazze o dei parchi che potrebbero ospitare dei padiglioni senza dare fastidio alle attività commerciali. Abbiamo parlato anche col titolare della farmacia per sensibilizzarlo, basterebbe ricevere su appuntamenti. Lui mi ha risposto che è questione di soldi, più fanno tamponi e più soldi fanno. Abbiamo perso parecchi clienti, quelli che hanno i bambini neanche vengono più perché hanno paura”.

Giorgio Kamal è titolare del bar “Inside out” adiacente alla farmacia:

“La farmacia è a dieci metri dal mio locale. La fila fuori dal gazebo dei tamponi neanche permette di vedere l’entrata del bar. Alcuni addirittura si mettono seduti sui tavolini fuori. Fanno 400-500 tamponi al giorno, immaginate tutte queste persone davanti ai nostri negozi. Ma con quale criterio si può fare un tampone ogni 30 secondi? Noi già siamo penalizzati da tutte le restrizioni del Covid, adesso anche questo ci tocca subire. Sono molto preoccupato perché il lavoro è calato tantissimo. Abbiamo fatto presente il problema che sta diventando sempre più ingestibile alle Istituzioni, a partire dal Municipio IV di Roma, ma nessuno ci ha ascoltati”.  

I signori Kamal e Benattia chiedono alle Istituzioni che il loro appello non cada nel vuoto: “Vogliamo semplicemente lavorare. Non fateci chiudere, perché il rischio è di buttare i sacrifici di una vita”. 

Boom di tamponi durante le festività natalizie

Più di 8,5 milioni di tamponi rapidi antigenici per una spesa complessiva di circa 126 milioni di euro a carico degli italiani e delle imprese. A rivelarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi di Conflavoro Pmi, nel periodo festivo (24 dicembre 2021-6 gennaio 2022). Considerato che un tampone viene rivenduto alle farmacie a 2,50/3 euro, il margine registrato nei 14 giorni di festività è stato di circa 8,92 milioni di euro per gli importatori e di 102 milioni di euro per le farmacie.

I tamponi fa-da-te e la grande richiesta

Sono stati venduti ogni giorno nelle farmacie e nei supermercati circa 250mila tamponi fai-da-te per un costo complessivo di 35 milioni di euro nelle due settimane festive. Un’ulteriore criticità è legata all’attendibilità dell’esito dei tamponi rapidi, che non rappresentano una valida alternativa al tampone molecolare, unico vero esame di riferimento per la ricerca del Covid-19. Secondo la Food and Drug Administration (Fda), infatti, quasi una persona positiva su due può risultare negativa al test rapido e continuare a contagiare.

Il costo troppo altro dei tamponi molecolari

Un altro dato allarmante secondo Conflavoro Pmi riguarda i tamponi molecolari, il cui costo risulta oggi cinque volte superiore rispetto a quello applicato fino all’estate 2021, quando la curva dei contagi era nettamente più piatta. Al Nord il costo di un tampone molecolare può arrivare a 150 euro, al Centro Italia il prezzo varia tra 75 e 100 euro, al Sud l’impennata dei prezzi è più contenuta, raggiungendo comunque cifre tra 60 e 80 euro.