È di Liliana Resinovich il corpo della donna trovata morta nel boschetto dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste. Lo riporta il quotidiano Il Piccolo, precisando che è stato il fratello della donna, Sergio, a effettuare il riconoscimento.
Il ritrovamento
Il cadavere rivenuto mercoledì 5 gennaio in un’area boschiva del parco dell’ex ospedale psichiatrico aveva dei sacchetti di plastica per alimenti attorno alla testa e stretti attorno al collo. Il corpo avvolto da due sacchi neri. Indossava jeans, giubbotto grigio e aveva gli occhiali. La donna sarebbe stata trovata dai soccorritori in posizione fetale, rannicchiata, vestita e in una fase iniziale di decomposizione.
La scomparsa
È la mattina del 14 dicembre 2021. La 63enne Liliana Resinovich, ex dipendente regionale di Trieste, esce dalla sua casa in via Verrocchio 2 senza farvi più ritorno. L’ultima persona a vederla viva è una commerciante di frutta e verdura della zona che la incrocia di fronte al proprio negozio tra le 8 e le 9. In teoria, quella mattina, aveva un appuntamento: doveva raggiungere la casa di un uomo di 82 anni, al quale la lega un’intensa e pluridecennale amicizia. Ci andava ogni martedì, da circa quattro mesi, per dargli una mano nelle faccende domestiche. Significativa inoltre è la rivelazione che l’anziano nei giorni scorsi ha fatto al quotidiano Il Piccolo. L’uomo ha raccontato che Liliana si lamentava del marito e parlava di “sudditanza”, tanto che probabilmente la donna era “al limite della sopportazione e sull’orlo di lasciarlo”.
Le indagini
Si parte dalla certezza che Liliana Resinovich si è allontanata a piedi, come confermato dal prefetto Annunziato Vardè: “per questo ieri le attività di perlustrazione riguardavano la zona raggiungibile a piedi attorno alla sua abitazione” ed è stato escluso anche che la donna avesse potuto prendere un autobus, in quanto “sono state visionate tutte le immagini delle telecamere e non è stata ripresa la signora né sulla strada che porta verso il capolinea dei bus né dalle telecamere del piazzale dove credo siano presenti”. Per il resto, le indagini sono ancora aperte e non viene esclusa nessuna pista; neanche quella del suicidio. Stando alle dichiarazioni del procuratore Antonio De Nicolo, “sembra difficile pensare fossero passati venti giorni” dalla morte della donna, “ma direi invece alcuni giorni, anche se è sempre l’autopsia che potrà dare la conferma”.