La variante Omicron aumenta la pressione sugli ospedali. Quella che inizialmente era una paura di medici e infermieri si sta tramutando in realtà, con i numeri nei reparti ricoveri Covid e in terapia intensiva in crescita costante. I numeri dell’Agenas lasciano aperti spazi di riflessione: il livello di occupazione dei posti letto cresce in 13 Regioni. Un aumento del 24%, con la Valle d’Aosta che si avvicina lentamente al 50% di posti occupati. Cresce dunque la preoccupazione in varie aree del Paese. I timori aumentano in particolare in quelle Regioni che, con l’aumento dei numeri, temono di cambiare colore, passando dal giallo all’arancione.
Al momento l’unica sotto la soglia d’allerta è la Sardegna. Sotto il profilo nazionale ciò che preoccupa maggiormente è l’aumento dei numeri in terapia intensiva. Nel nostro Paese il 17% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid (era l’11% il 24 dicembre). Il tasso cresce in 9 Regioni in 24 ore. L’effetto farfalla si ripercuote su tutte le altre attività ospedaliere, come spiega il presidente della Società Italiana di Chirurgia, Francesco Basile:
Ricoveri Covid, il monito di Basile
“Posti letto di chirurgia dimezzati, blocco dei ricoveri in elezione, terapie intensive riconvertite per i pazienti Covid, infermieri e anestesisti delle sale operatorie trasferiti ai reparti Covid. In questo modo – afferma Basile – l’attività chirurgica in tutta Italia è stata ridotta nella media del 50% con punte dell’80%, riservando ai soli pazienti oncologici e di urgenza gli interventi”. Tutto questo combacia con i dati rilasciati dalla Fiaso, che specifica alcuni elementi: il 72% dei ricoverati per Covid in terapia intensiva – spiega la Federazione – è composto da no vax, la metà dei quali godeva di buona salute e non aveva comorbidità prima di arrivare in ospedale. Per questo motivo, ora più che mai, diventa essenziale vaccinarsi, per abbattere i numeri di questa pandemia negli ospedali di tutto il Paese.