E’ arrivata alle prime luci dell’alba la decisione del giudice Kelly circa il ricorso avanzato dai legali di Novak Djokovic, la cui documentazione presentata alle autorità di frontiera australiane era stata giudicata insufficiente per poter entrare nel paese e di conseguenza prender parte agli Australian Open.

Per Novak Djokovic una decisione ancora rimandata

“Una decisione irragionevole”. Così il giudice si è espresso consentendo al serbo di restare sul suolo australiano e abbandonare il Park Hotel dove soggiornava dal 6 gennaio. La decisione del giudice Kelly è stata impugnata dal Ministero dell’immigrazione, e al suo titolare, Alex Hawke, spetta ora la decisione definitiva circa la permanenza o l’espulsione del serbo dal paese.

Numerosi tifosi del serbo fin dalla notte precedente alla decisione del giudice si erano radunati davanti al Park Hotel di Melbourne manifestando solidarietà nei suoi confronti. Momenti di tensione si sono registrati tra la polizia australiana e quest’ultimi al momento dell’annuncio del ribaltamento della decisione presa dalle autorità di frontiera del paese.

Novak Djokovic, da quanto si legge nella trascrizione del colloquio avvenuto con l’ufficiale al momento del suo arrivo in Australia, ha dichiarato di non essere vaccinato ma di aver contratto due volte il Covid, l’ultima delle quali lo scorso 16 dicembre, condizione sufficiente per Tennis Australia e il Governo dello stato di Victoria per poter entrare nel paese e competere nel torneo.

Voci poi smentite dalle autorità locali avevano parlato di un Novak Djokovic nuovamente posto in stato di fermo non appena ricevuto il via libera dal giudice Kelly. A scatenare il caso, il cui esito inevitabilmente andrà a riverberarsi sul resto del stagione, è il conflitto di competenza tra le autorità centrali del paese in materia di immigrazione e quelle federali dei singoli stati.

A Belgrado, poco dopo la decisione del giudice, il padre e il fratello di Djokovic hanno tenuto una conferenza stampa. Srdjan, padre del n°1 del mondo, ha dichiarato che suo figlio “non ha permesso che quanto è successo lo mettesse in ginocchio. Negli ultimi giorni sono successe varie cose ed è stato molto difficile ma è mentalmente forte, un ragazzo fantastico. Non ha mai offeso nessuno, è sempre stato in buoni rapporti con tutti. Ma ovviamente il fatto che provenga da un paese piccolo e impoverito non era qualcosa che piaceva ai grandi potenti, e pensavano di avere poteri dati da Dio”. Richiesto di un commento circa la sua partecipazione a eventi pubblici tenutisi il 16 e 17 dicembre (giorni in cui Djokovic è risultato positivo al Covid), Djordje Djokovic ha deciso di ignorare la domanda lui rivolta per poi chiudere senza preavviso l’incontro con la stampa.