Dopo che l’Avvocatura Distrettuale di Stato (sede di Napoli) ha impugnato l’ordinanza del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca con la quale rimandava la riapertura della scuola, il sottosegretario all’Istruzione Sasso avverte gli amministratori locali che vorrebbero seguire le orme del governatore campano.
“La norma consente la chiusura delle scuole in determinati territori circoscritti qualora la situazione lo preveda – ha detto Sasso da Bari, in visita ad un Liceo – qualora la situazione non lo preveda, a differenza dell’anno scorso, questo governo impugnerà le ordinanze laddove non le ritenga opportune”. Sasso ha rimarcato l’importanza della scuola in presenza visto che “Tra i nostri ragazzi ce ne sono circa 300mila che hanno sofferto ancora di più, che sono i ragazzi con disabilità: non esiste una didattica integrata per loro a distanza, dobbiamo certamente studiare dei metodi per migliorare la didattica distanza, per formare il nostro personale, ma dove è consentito io non vedo chiusura”.
Ordinanza De Luca scuola, anche il Ministro Bianchi tira dritto
Nessun passo indietro anche del Ministro dell‘Istruzione Patrizio Bianchi. Intervenendo in diretta, questa mattina, su Radio 1 a ‘Tutti in classe’ Bianchi ha spiegato che “il prolungato, diffuso e generalizzato utilizzo della didattica a distanza provoca dei problemi alla vita della comunità. Le famiglie devono precisare, se vogliono che i ragazzi tornino in presenza, se sono in condizione di poterlo fare. Quindi se sono vaccinati. Stiamo lavorando su una partecipazione collettiva. Usciamo dalla logica che c’è un controllore: c’è un paese che si assume l’incarico di far tornare a scuola i ragazzi“.
Sulla stessa linea anche il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: “È comprensibile la preoccupazione per la riapertura delle scuole, ma ci sono le condizioni per ripartire in sicurezza” ha detto a Radio24.
Ritorno a scuola, il no dei presidi
Netta, invece, la posizione dell’Associazione Nazionale Presidi e del Presidente Antonello Giannelli: “L’unica preoccupazione del governo è legata ai lavoratori che non sanno dove lasciare i figli. La scuola viene considerata solo un servizio sociale, tutto il resto è contorno e marginale. Bisognerebbe tornare in presenza il 31 gennaio e nel frattempo vaccinare, distribuire le mascherine ffp2 e organizzare il tracciamento”. Ha detto Giannelli ai microfoni della trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, su Radio Cusano Campus.
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