I premi Oscar 2022 potrebbero rappresentare un punto di svolta in una tradizione non particolarmente favorevole all’universo femminile. Questo sarà possibile se Hollywood sarà capace di abbracciare un cambiamento sempre più evidente nel cinema internazionale.
Donne registe e l’occasione per gli Oscar 2022 di proseguire un percorso di cambiamento
Il rapporto tra gli Academy Awards e le donne non è particolarmente lusinghiero per Hollywood.
La prima candidatura di una donna nella categoria Miglior Regista risale infatti al 1977 e riguarda la nostra Lina Wertmüller. La regista recentemente scomparsa ricevette infatti la nomination per la regia di Pasqualino Settebellezze. Tuttavia, ci sarebbero voluti altri trentuno anni prima che una donna riuscisse ad aggiudicarsi il premio. È Kathryn Bigelow a fare la storia, per la regia del dramma bellico The Hurt Locker.
Un percorso di cambiamento e adeguamento ai tempi proseguito lo scorso anno con la vittoria di Chloé Zhao per il suo Nomadland.
Due donne vincitrici in 93 anni di storia non sono certo un dato di cui andar fieri. Tuttavia, il mondo del cinema internazionale sta dando sempre più spazio alle storie raccontate dal punto di vista femminile. I recenti riconoscimenti a Titane di Julia Ducournau, Palma d’Oro all’ultimo Festival Di Cannes (con buona pace di Nanni Moretti), e a La scelta di Anne – L’Événement di Audrey Diwan, Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, confermano una tendenza ormai evidente e benemerita. Se è vero, infatti, che ci sono sempre stati film diretti da donne, è anche vero che mai prima di questo periodo storico, le registe hanno potuto godere dell’attenzione di produzioni dal budget soddisfacente e dei festival più prestigiosi a livello mondiale.
Una strada raccolta negli ultimi anni anche da Hollywood sulla scia del movimento Me Too, della quale gli Oscar 2022 potrebbero rappresentare la perfetta continuazione.
The Power of the Dog e la possibilità di fare la storia… due volte!
In particolare, c’è una pellicola che quest’anno potrebbe rappresentare un ulteriore momento di svolta in questo percorso.
Si tratta di The Power of the Dog, western diretto dall’australiana Jane Campion e prodotto da Netflix.
La regista è reduce dal trionfo al Festival di Venezia, dove si è aggiudicata il Leone d’Argento per la miglior regia, e potrebbe dunque bissare il successo dello scorso anno della Zhao. Ma a fare la storia potrebbe essere anche Ari Wegner, direttrice della fotografia del film della Campion, che, a soli 37 anni, è una vera stella nascente del cinema mondiale.
Sul fronte della direzione della fotografia, infatti, la storia della Academy è anche peggiore rispetto alla categoria per la Miglior Regia. Solo una donna ha ricevuto la nomination, e cioè Rachel Morrison per Mudbound del 2017. La Wegner potrebbe, quindi, colmare un vuoto enorme in un settore da sempre fondamentale nella realizzazione di una pellicola, aggiungendo un ulteriore tassello a un percorso di maturazione della Settima Arte che non può più permettersi simili lacune e ritardi.
Inoltre, nella medesima categoria, potrebbe esserci anche un’altra donna a contendere la statuetta alla Wegner. Si tratta di Claire Mathon, direttrice della fotografia per Spencer di Pablo Larraín, già premiata ai César – gli Oscar del cinema francese – nel 2019 per Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma.
Gli Oscar 2022 potrebbero, dunque, segnare un momento fondamentale nell’evoluzione del cinema contemporaneo. Vedremo se Hollywood sarà in grado di farsi portavoce e interprete di un processo che appare, finalmente, all’orizzonte.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, dal lunedì al venerdì, dalle 19 alle 20 su Radio Cusano Campus.