Parco Delta del Po: adotta un fenicottero e salva la specie. È l’iniziativa lanciata dall’ente parco per preservare l’esistenza dell’animale simbolo dell’area.

Parco del Delta del Po: adotta un fenicottero e salva la specie

Secondo l’Ente parco, la prima specie di fenicottero è arrivata in zona nel 2000 e da quel momento in poi le prime coppie hanno iniziato a costruire il nido all’interno della Salina di Comacchio, in provincia di Ferrara. Oggi si contano circa 10.000 esemplari che vengono studiati, oltre che dal parco, dall’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale (ispra) e dall’Associazione degli ornitologi dell’Emilia Romagna.

Come seguire il proprio fenicottero

Per seguire gli spostamenti dei fenicotteri vengono apposti sulle zampe di alcuni giovani esemplari degli anelli colorati di codice alfanumerico, decifrabile dagli ornitologi di tutto il mondo. Molti di questi anelli sono stati letti nel Delta, ma anche in altre zone umide italiane (Veneto, Puglia, Toscana, Sardegna) e di tutto il bacino del Mediterraneo (Spagna, Francia, Grecia, Turchia). Chi adotterà un fenicottero aiuterà l’Ente parco a “conservare attivamente le Valli di Comacchio, la casa dei fenicotteri, e riceverà periodicamente le informazioni sugli spostamenti del ‘proprio’ esemplare”.

Bastano 10 euro l’anno per adottare un fenicottero

L’idea è proprio “coinvolgere il grande pubblico nella tutela e conservazione della biodiversità” rappresentata dai fenicotteri. Per partecipare ad “Adotta un fenicottero” sarà sufficiente inviare una mail all’Ente ([email protected]) con nome e cognome, indirizzo di posta elettronica sulla quale ricevere gli aggiornamenti sull’adottato e la copia del versamento di una donazione di almeno 10 euro sul conto corrente dell’Ente parco Iban: IT46J0103023500000001520537 intestato a Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po con causale: Adotta un fenicottero.

La quota versata per l’adozione “sarà un contributo fondamentale anche per la tutela di tante altre specie di uccelli acquatici altrettanto importanti e affascinanti, anche se magari meno appariscenti, come le colonie nidificanti di gabbiani e sterne, che sono probabilmente l’elemento più rilevante delle grandi valli”.