Kazakhstan in guerra: sale il prezzo del gas, è rivolta popolare. Prezzi del gas alle stelle e proteste feroci in Kazakhstan dove è stato proclamato lo stato di emergenza. Da ciò che si apprende attraverso le principali piattaforme social e i media locali, sarebbero centinaia i negozi saccheggiati, con blitz all’interno degli edifici amministrativi, presi d’assalto e poi dati alle fiamme.
Kazakhstan in guerra: vittime tra agenti e manifestanti
La polizia informa di aver ucciso decine di manifestanti in un’operazione che viene definita di “antiterrorismo”. Anche all’interno delle forze dell’ordine si contano le vittime della guerriglia con almeno 8 agenti uccisi negli scontri e altri 137 feriti. Il governo di Mosca ha inviato immediatamente una “forza di pace” nel tentativo di riprendere il controllo della situazione e stabilizzarla.
Sono giorni ormai che i dimostranti kazaki popolano le piazze delle città in vista dell’annunciato aumento del prezzo del gas e a nulla sono valse le promesse circa la riduzione del prezzo di altri beni di prima necessità. La protesta è andata avanti in un’escalation di violenza e disperazione senza precedenti.
Escalation di violenza
Il bastone e la carota esibiti dal presidente Kassym-Jomart Tokayev non hanno impedito il peggio. Migliaia di persone hanno preso d’assalto il municipio e la residenza presidenziale ad Almaty, cuore economico del Paese. In serata, poi, l’arrivo e l’attacco all’aeroporto della città. Di fronte al precipitare della situazione Tokayev ha chiesto l’intervento russo con l’invio di un’alleanza militare guidata da Mosca per stroncare le proteste.
La violenta reazione del popolo kazako è stata innescata dal raddoppio del prezzo del Gpl e mira a far crollare l’intero establishment di un sistema fondato e guidato per tre decenni dall’ex presidente Nursultan Nazarbayev, dimessosi nel 2019 per passare la mano a Tokayev. Dal Mangistau, provincia petrolifera affacciata sul Mar Caspio, erano partite domenica le prime proteste, che si sono poi estese a macchia d’olio.
Prima le promesse di calmierare i prezzi di altri beni, poi i lacrimogeni e le bombe assordanti impiegate dai reparti della polizia anti-sommossa. Nulla ha fermato le migliaia di manifestanti nel loro incedere violento e distruttivo. A tarda sera, in un drammatico discorso televisivo alla nazione, Tokayev è arrivato a chiedere l’intervento militare di Mosca e degli altri Paesi membri del Csto, l’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva di cui fanno parte diverse Repubbliche ex sovietiche.
Le parole del Presidente
“Il Paese è sotto attacco da parte di gruppi terroristici addestrati all’estero. Alcuni di loro sono penetrati anche nell’aeroporto di Almaty impossessandosi di cinque aerei, di cui uno straniero. Tra i manifestanti vi sono “banditi” che hanno attacco le forze di sicurezza uccidendo alcuni agenti, siamo pronti ad agire nella maniera più ferma possibile”. Queste le parole di Tokayev.