La partita per il nuovo Presidente della Repubblica è ufficialmente iniziata. Come da prassi, il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato oggi il Parlamento per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. La chiamata arriva a quasi un mese dalla fine del mandato al Quirinale di Sergio Mattarella, il cui giuramento si tenne il 3 febbraio 2015 e che vede così concludersi il suo settennato al Quirinale.
Cosa succede ora
L’appuntamento quindi è per il 24 gennaio alle ore 15, quando in seduta comune si riuniranno i membri di Camera e Senato, oltre ai delegati regionali (ogni Regione ne ha 3, salvo la Valle d’Aosta che ne ha 1). Il tutto segue un iter preciso per l’elezione con un quorum necessario per la nomina.
Gli elettori del Presidente della Repubblica
Saranno in totale 1.007 gli elettori del nuovo Presidente della Repubblica: 629 deputati e 321 senatori, cui si aggiungono i 58 delegati regionali. Alla Camera manca infatti un componente, per ora, dopo l’elezione a Sindaco di Roma di Roberto Gualtieri (le suppletive si terranno infatti domenica 16 gennaio 2022) mentre al Senato, dopo il decesso di Paolo Saviane, il seggio leghista è stato occupato dalla calabrese Clotilde Minasi. Ai 315 senatori, si aggiungono i 6 senatori a vita (Giorgio Napolitano quale ex Capo dello Stato, Mario Monti, Liliana Segre, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia). Dando invece conto dei delegati regionali, essi verranno adesso nominati a seconda della composizione dopo le elezioni regionali. Secondo l’Ansa 33 dovrebbero essere ad appannaggio del centrodestra, mentre 25 saranno del centrosinistra.
La scelta di Roberto Fico
In molti erano convinti che il presidente della Camera avrebbe scelto come data di convocazione il 22 gennaio. Un sabato: la scelta poteva essere letta come la possibilità di far partire le trattative nella giornata di domenica in caso di una prima votazione nulla. Roberto Fico invece anche sui social ha confermato che si partirà lunedì 24 gennaio.
L’incognita Covid
La pandemia sembra complicare non poco le manovre per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Come confermato dal post del presidente della Camera, al lavoro per “definire l’organizzazione e le misure per garantire la piena operatività e sicurezza del voto” sono al vaglio diverse opzioni. Stando a quanto trapela dalle solite fonti bene informate, l’idea preponderante sarebbe quella di effettuare le chiamate dei votanti ad orario, con un numero di presenti a rotazione che non dovrebbe superare i 200. In 5 turni così si concluderebbe la prima chiama per l’elezione. Insomma, la scelta del Capo dello Stato è sempre stato un processo particolarmente lungo. Il Covid potrebbe dilatare i tempi ancora di più.
Le precedenti elezioni del Presidente della Repubblica
In attesa di capire chi sarà il 13° Capo dello Stato, molte volte nella storia della Repubblica l’elezione è stata rapida e veloce: Carlo Azeglio Ciampi fu eletto alla 1° votazione nel 1999, così come Francesco Cossiga nel 1985 ed Enrico De Nicola nel 1948. Altre volte è stata davvero complicata e laboriosa: Sandro Pertini nel 1978 e Oscar Luigi Scalfaro nel 1992 ci impiegarono ben 16 votazioni, Giuseppe Saragat nel 1964 ben 21 mentre il record imbattuto (per ora) appartiene a Giovanni Leone, il cui nome fu scelto nel 1971 dopo 23 scrutini.
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