Thomas Sankara. Da un progetto di ricerca, nato durante gli studi magistrali presso l’Università Niccolò Cusano, all’ambasciata del Burkina Faso a Roma dove Daniela Ruggeri è stata ricevuta dall’Ambasciatrice Joséphine Ouédraogo, che ha successivamente intervistato per la sua tesi di laurea. L’ambizioso obiettivo è stato, sin da subito, quello di voler analizzare le politiche di questo Paese tramite delle testimonianze dirette perché la storia per essere raccontata va vissuta.


a cura di Michela Crisci


Thomas Sankara: “Quando il Burkina Faso si ribellò al colonialismo”

L’intervista all’ambasciatrice del Burkina Faso, nonché tra le prime donne Ministro in Africa sotto l’era Sankarista, Ministro della Giustizia e Vice segretario alle Nazioni Unite, nasce nell’ambito della tesi di laurea magistrale in Relazioni Internazionali, di Daniela Ruggeri, su uno dei più grandi rivoluzionari del continente nero: Thomas Sankara. Un lavoro di ricerca della storia e delle politiche pubbliche attuate, negli anni 80, dal giovane Presidente Sankara, che innescò uno dei più interessanti ed importanti processi di rivoluzione. Fu ucciso nel pieno del suo mandato e per questo la sua figura passerà in secondo piano nella storia rispetto ad altri leader contemporanei come Nelson Mandela.

Daniela Ruggeri, laureanda Unicusano, ci racconta il progetto di ricerca su Thomas Sankara

Ciao Daniela, come è nata la tua tesi di laurea?

L’idea di scrivere una tesi di laurea magistrale sulle politiche rivoluzionarie di Thomas Sankara in Burkina Faso nasce quasi in continuità con la mia tesi triennale in sociologia che aveva come focus la storia politica e la tutela dei diritti umani, durante e dopo il drammatico genocidio in Rwanda.
La passione per la storia dei movimenti africani mi ha sempre spinta allo studio approfondito di alcune realtà politiche, meno conosciute nell’ambito accademico italiano. Il professore De Rosa, titolare della cattedra di Scienza della politica, nella facoltà di Relazioni Internazionali e Studi Europei dell’Università Cusano di Roma, ha da subito accolto favorevolmente la mia idea di trattare un caso studio di analisi delle politiche pubbliche nel contesto della rivoluzione negli anni ‘80 in Burkina Faso, sotto la guida del giovane leader Thomas Sankara: simbolo della presa di coscienza di tutto il popolo burkinabé nel combattere per un ideale di libertà, di unione popolare, di rinascita socio-economica, contro il colonialismo francese ed occidentale che ancora imperava in molti stati africani.
Non mi sono voluta accontentare di scrivere un elaborato sulla base della pochissima storiografia in materia – per lo più francese – ma il mio obiettivo è stato sin da subito quello di voler analizzare le politiche di questo Paese tramite la testimonianza diretta di chi le ha emanate o di chi le ha vissute in quanto attore di policy.

Obiettivo ambizioso. Come lo hai raggiunto?

Ho scritto via mail all’ambasciata del Burkina Faso a Roma, presentando la mia ricerca, e nel giro di poche settimane sono stata ricevuta dall’Ambasciatrice Joséphine Ouédraogo, che ho avuto modo di intervistare in più giornate. Sono stati incontri intensi, pregni di significato, che mi hanno permesso di raccogliere la testimonianza di una delle protagoniste più importanti della storia rivoluzionaria burkinabé e non solo: ex Ministro per lo sviluppo e la solidarietà della famiglia durante il governo Sankarista, ex vice segretario esecutivo della Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite, nonché ex Ministro della Giustizia in Burkina Faso.
Una donna con una gloriosa carriera politica e personale che mi ha accolto con una disponibilità e generosità disarmante e che mi ha reso parte della storia del suo popolo. Molti i temi trattati: dal suo impegno in favore delle donne e della famiglia alla figura di Thomas Sankara, dalle politiche rivoluzionarie ai rapporti internazionali.

Intervista all’Ambasciatrice Ouédraogo

Siamo davvero curiosi…Puoi anticiparci qualcosa della tua intervista all’Ambasciatrice Ouédraogo?

“L’aspetto rivoluzionario di Sankara è stato il cercare di costruire l’identità di ogni singola persona del Burkina Faso, dal mendicante, alla domestica, all’agricoltore: tutti quanti dovevano sentirsi importanti per creare lo Stato. – spiega l’Ambasciatrice Ouédraogo. – Il mio ministero aveva il compito di occuparsi anche dei marginalizzati come le prostitute ed il mio obiettivo e quello di Sankara era di dire al popolo: ‘anche loro esistono’. Per questo furono invitate alla parata nazionale, nella tribuna d’onore, così da essere da monito per tutto il popolo, che tutti, dal primo all’ultimo, erano degni di esistere ed essere protagonisti della rivoluzione. […] Il grande cambiamento che Sankara provocò fu quello di restituire dignità al popolo, cosa che nessuno prima di lui aveva mai fatto”.
Le politiche rivoluzionarie di Sankara porteranno a grandi risultati, che non moriranno con il suo omicidio, anzi, a distanza di quasi trenta anni, diverranno di nuovo il seme di una rivolta popolare che investirà il Burkina Faso nel 2014. Nessun burkinabé o africano ha mai dimenticato Thomas Sankara, il suo carisma, l’amore per la sua Terra degli Uomini integri, l’essersi ribellato ad ogni ingiustizia che avveniva in ogni parte del globo, l’aver urlato alle orecchie dei potenti del mondo tutto l’orgoglio di uno dei popoli più poveri e inascoltati della terra.

Thomas Sankara raccontato dall’Ambasciatrice Joséphine Ouédraogo e poi?

Ho avuto modo di intervistare anche uno dei responsabili dei Comitati per la Difesa della Rivoluzione, Dabre Yacouba, ora segretario dell’associazione Burkinabè di Roma. Sono in programma ulteriori interviste, esclusive ed inedite, ad altri attori di policy che in prima persona possano raccontare la valenza e l’importanza delle politiche pubbliche rivoluzionarie nel Burkina Faso nell’era Sankarista e gli impatti che queste hanno avuto nel tempo.

Un lavoro di ricerca intenso, ambizioso e ricco di spunti. Ad maiora Daniela!