PubblicitaRadio

Lo spumante italiano al primo posto

Secondo uno studio di coldiretti. le feste e in oarticolare il capodanno hanno fatto registrare il massimo di richiesta dello spumante italiano con circa 85 milioni di tappi di spumante stappati solo in Italia e un balzo del 35% rispetto allo scorso anno con le feste in pieno lockdown.

Nonostante le limitazioni entrate in vigore per effetto dei continui aumenti dei contagi non sembrano aver scalfito il tradizionale rito di Capodanno che è tornato tradizionalmente nelle case degli italiani.

“Il tutto grazie anche – sottolinea la Coldiretti – a una vasta scelta di bollicine, dalle principali denominazioni con metodo classico, come Trento, Oltrepò Pavese e Franciacorta, a quelle a metodo italiano, come Asti e Prosecco o provenienti dalle altre regioni che in questi ultimi anni hanno visto un aumento significativo delle produzioni di bollicine, dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana, Marche, Lazio e Umbria. La ripresa degli spumanti dopo le difficoltà causate dalla pandemia è testimoniata – continua Coldiretti – dalla crescita della produzione totale che nel 2021 arriva a 900 milioni di bottiglie con in testa il Prosecco seguito da Asti e Franciacorta, per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro”.

Una domanda quella del Made in Italy che cresce anche sui mercati internazionali, con un aumento delle vendite del 29% in valore nei primi nove mesi dell’anno che porta con se l’intero settore dei vini per i quali si registra un aumento del 15% dell’export, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.

spumante

Spumante: dolce o brut

Le denominazioni che troviamo sulle etichette degli spumanti, quali Extra Brut, Brut o Dolce, non sono altro che un’indicazione del residuo zuccherino del vino. Per dirla più semplicemente fanno riferimento a quanto zucchero aggiunto è presente. Questa non c’entra nulla con la qualità del vino, bensì ne definisce una tipologia piuttosto che un’altra.

Le principali denominazioni del vino spumante sono sette. Vediamole partendo dal più secco, quindi con meno zucchero aggiunto, al più dolce:

  • Dosaggio zero o Pas dosé: come si può intuire dal nome sono gli spumanti che non subiscono aggiunte di zuccheri extra, limitandosi a quelli già presenti nell’uva. Il loro residuo zuccherino deve essere inferiore ai 3 g/l.
  • Extra Brut: si tratta di un vino piuttosto secco anche se meno rispetto al Dosaggio zero. Il suo residuo zuccherino è minore o uguale a 6 g/l.
  • Brut: un vino secco ma decisamente più amabile dei precedenti, tra le tipologie più diffuse. Il residuo zuccherino deve essere minore di 12 g/l.
  • Sec o Dry: il primo tra i vini «dolci», con un residuo zuccherino compreso tra i 17 e i 32 g/l.
  • Demi Sec: è caratterizzato da un gusto amabile a tutti gli effetti, possiede una nota dolce subito distinguibile. Il residuo zuccherino si attesta tra i 32 e 50 g/l.
  • Dolce o Doux: un vino spiccatamente dolce, normalmente derivato dai vitigni aromatici con un residuo zuccherino importante, superiore ai 50 g/l.

Come anticipato non si tratta di una classifica che ne indichi uno migliore dell’altro, casomai, delle diverse occasioni di consumo o semplicemente di gusto. Quindi, se il Dosaggio Zero conquisterà il cuore degli appassionati alla ricerca di complessità e struttura, allora il Brut verrà stappato per un allegro brindisi o un aperitivo, mentre i Dolci, così come suggerisce il nome accompagneranno un delizioso dessert. Detto questo… cin cin!