Il Comitato 4.0 chiede al Presidente Draghi un incontro insieme alle rispettive Federazioni e alle altre discipline sportive.

Alla luce delle misure prese dal governo Draghi sulla riduzione (i palazzetti al 35% e gli stadi al 50%) della capienza per gli spettatori, il Comitato 4.0 ribadisce la scelta che la salvaguardia della salute è il bene fondamentale nel nostro Paese. Da qui la scelta deve avere una conseguenza logica e coerente. Andare verso l’obbligatorietà delle vaccinazioni. Sciocco e miope è chi afferma che sarebbe un diritto democratico garantire la non vaccinazione. Chi non si vaccina può farlo ma non può nuocere alla salute e alla libertà degli altri. Per gli atleti, in particolare gli atleti di alto profilo, non può essere consentita alcuna deroga.

La restrizione degli accessi ai palazzetti e agli stadi ha un riflesso negativo evidentissimo. I club che da due anni vivono una condizione di difficoltà finanziaria gravissima per gli effetti negativi causati dalla pandemia. Gli stessi rischiano il tracollo perché da un lato vedranno ridursi gli incassi da botteghino e dall’altro i club vedranno aumentare le spese.

Il Comitato 4.0 sul mancato rifinanziamento della misura del credito di imposta

Dal che si evidenzia l’assurdità del mancato rifinanziamento della misura del credito di imposta sulle sponsorizzazioni. Il Governo, anche in previsione, delle misure restrittive negli accessi degli spettatori, avrebbe dovuto capire l’inderogabilità del rifinanziamento della misura.

Vi è da fare, a questo punto, una riflessione su questi due anni che abbiamo alle spalle e che solleviamo con forza al Governo.

Pallavolo, basket, calcio nella pandemia e anche ora hanno seguitato a disputare partite assicurando ai propri tesserati il reddito e consentendo agli italiani momenti di svago. Mentre ciò avveniva con notevoli riflessi negativi sulle finanze dei club, finanze che vengono assicurate da imprenditori privati che lo fanno a costo di sacrifici elevatissimi, agli stessi club non solo non venivano riconosciuti i giusti ristori. Gli stessi sono stati penalizzati rispetto ad analoghe attività produttive che, durante la pandemia, hanno chiuso le loro attività. I club sportivi hanno pagato due volte, meno incassi, meno sponsor e, per assurdo, meno ristori perché proseguivano le attività.

Abbiamo necessità del rifinanziamento della misura relativa al credito di imposta, la diminuzione delle capienze nei palazzetti e negli stadi rende l’intervento urgentissimo ad horas. Abbiamo necessità di una misura che assicuri ristori, lo diciamo senza remore perché il tracollo è vicino, a fondo perduto per evidente e  pesante contrazione dei ricavi e a ciò si sono sommati i costi dovuti al fatto che le attività sono state mantenute aperte.

Infine, ma non di minore importanza, è l’assurda storia sui ristori per “i tamponi” e le spese sanitarie. Ad oggi, nulla ancora è arrivato nelle casse dei club. Su questa vicenda va posto il termine fine, va avanti da mesi. Si proceda mandando quanto dovuto ai club, subito.

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