I lavoratori domestici nelle case degli Italiani hanno il green pass. A confermarlo è il 94,8% delle famiglie datrici di lavoro associate a Assindatcolf (l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico). Rispondendo massivamente all’indagine del Censis, i datori di lavoro domestico hanno dichiarato di aver superato serenamente anche la prova controlli. Nel 72,9% le famiglie hanno effettuato senza difficoltà la verifica del possesso del certificato verde del proprio collaboratore, mentre il 15,3% considera addirittura inutile la verifica, perché nutre fiducia nei suoi confronti. Il 95,6% dei lavoratori inoltre è in possesso del super green pass.
Il report realizzato dal Censis per Assindatcolf
Questi sono alcuni dei risultati del report «Welfare, lavoro domestico e Green Pass», il primo elaborato nell’ambito del progetto «Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia» realizzato dal Censis per Assindatcolf. La rilevazione ha riguardato un campione di famiglie associate ad Assindatcolf, in prevalenza coppie con figli (il 47,5% del totale), per il 50% con una età superiore ai 60 anni e per il 70% di sesso femminile. In un’intervista su Radio Cusano Campus il presidente di Assindatcolf Andrea Zini ha spiegato i numeri. “La grande percentuale di lavoratori con super green pass ci ha dato ragione. Siamo a livelli alti rispetto alle stime di luglio, quando questo settore era ancora molto indietro. La svolta è arrivata il 15 ottobre, con l’obbligatorietà e l’insistenza delle famiglie”.
I lavoratori hanno il super green pass. E le famiglie?
La spinta a vaccinarsi è probabilmente motivata anche dalla paura di non poter più lavorare. Lo conferma Zini: “questo è stato un fattore dirimente, l’accelerazione che ha portato alla vaccinazione anche chi non era convito tra i collaboratori domestici. L’adesione di massa dimostra che nella maggior parte dei casi i lavoratori non avevano posizioni preconcette, di contrarietà ideologica, contro il vaccino, ma una sorta di paura, dettata in molti casi da una cattiva comprensione della lingua italiana. Oltre che da un’informazione ondivaga, in cui si è dato molto spazio ai no vax.” Elemento cardine il comportamento delle famiglie che hanno chiesto certezze ai lavoratori. Anche quando non erano pronte ad offrirne, come racconta il presidente di Assindatcolf. “C’è stato chi chiedeva cosa fare con datori di lavoro non vaccinati. In questo caso noi abbiamo risposto che l’obbligo esiste per chi assume ma non per i familiari. Un altro caso eclatante, quello di una lavoratrice che ha riferito la pretesa del proprio datore di lavoro che, nonostante fosse no vax, le chiedeva di vaccinarsi per assistere l’anziano padre”.
Ora occorre monitorare l’ampia fascia di lavoro irregolare che, per forza di cose, non rientra nei risultati di questa ricerca. Una realtà nella quale è più complicato che un datore di lavoro possa pretendere che il domestico sia in regola con l’obbligo del green pass.