Non è una novità che la diffusione della nuova variante preoccupa il mondo intero. Timori e preoccupazioni scuotono il globo e lo fanno senza alcuna distinzione di sesso, religione, etnia o status sociale.

Detenuti e agenti penitenziari positivi al Covid19

Nelle carceri la situazione sta diventando insostenibile. Sale ancora il numero dei detenuti positivi al Covid-19 e a confermarlo Salvatore Cuffaro, il commissario della Democrazia Cristiana Nuova in Sicilia, e componente del direttivo ‘Nessuno tocchi Caino’.

“La pandemia e la velocità con cui la variante Omicron si sta diffondendo in questi giorni nel nostro Paese rischiano di diventare un fenomeno esplosivo nelle carceri, simile ad una condanna a morte. La situazione già drammatica in cui vertono le carceri italiane, sovraffollate del 150%, è un dato triste, ormai conosciuto e purtroppo inconfutabile” prosegue Cuffaro.

La diffusione e la trasmissione del virus nelle carceri è facilitata da alcuni dati di fatto. Molti istituti penitenziari sono sovraffollati, ma soprattutto sono privi della possibilità di applicare le misure di distanziamento sociale previste dalla legge. “I dati aggiornati ad oggi sul monitoraggio negli istituti penitenziari diffusi dal ministero della Giustizia sono agghiaccianti: attualmente i detenuti positivi sono 510 ed è in aumento anche il numero di agenti penitenziari contagiati. Occorre fare qualcosa e occorre farlo presto”.

 

Carceri sovraffollate. Cuffaro: “proposta di Giachetti da rivalutare”

Uno sconto di pena da 45 a 75 giorni all’anno per chi in carcere ha avuto una buona condotta. Questa la proposta di Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva ed esponente del Partito Radicale transnazionale presentata al Governo lo scorso 19 novembre 2020.

A tal proposito il commissario della DC ha dichiarato di ritenere tale proposta ‘utile e giusta’, viste le attuali condizioni degli istituti penitenziari. “Ritengo corretto che venga consentito ad oltre 7-8mila persone che hanno una pena residua di poter uscire dopo aver già scontato gli anni di giusta detenzione. Trovo ipocrita e disumano, invece, condannare le persone detenute ad una condizione di sovraffollamento, quando il resto dei cittadini italiani non detenuti ha l’obbligo di distanziamento sociale e – conclude – nei casi di accertata positività al Covid o contatti con un positivo, si è costretti alla quarantena e all’isolamento”.

 

Case circondariali parte di un sistema malato

Il Covid19 e il sovraffollamento non sono gli unici problemi del sistema carcerario. Incapacità di controllo a 360 gradi negli spazi comuni, mancanza di comunicazione e coordinamento dentro e fuori le mura. Esempio iconico: settembre del 2020. Il detenuto ventottenne, Alessio Peluso detto “o’niro” (ritenuto essere l’esattore del clan Lo Russo) ha afferrato una pistola inviata da un drone e l’ha puntata contro un poliziotto per farsi consegnare le chiavi di due celle che non è riuscito ad aprire.

Anche Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato Collaboratori di Giustizia (Co.G.I.) parla di un ‘sistema malato’. “Le case circondariali sono diventate un colabrodo, con le armi che letteralmente ‘piovono dal cielo’. Sull’utilizzo dei droni sono passati cinque anni di allarmi ignorati, e nel frattempo in cella arrivano droga, cellulari e pistole, come è successo a Frosinone. Decine di voli di droni ronzanti ogni settimana, di notte, che recapitano alle mani protese dalle finestre coltelli, microtelefonini, eroina… e chissà cos’altro. Persino una semiautomatica calibro 7.65”.

Secondo alcuni dati mostrati quindi è evidente che il sistema italiano carcerario debba lavorare su più fronti simultaneamente. Altrimenti il rischio che accadano tragedie è dietro l’angolo.