L’aumento dei prezzi al dettaglio sarà nel 2022 una vera e propria stangata per i cittadini. A lanciare l’allarme l’associazione di consumatori Consumerismo No Profit che prevede in alcuni settori rincari fino al +15%. Gli effetti del caro-energia toccheranno non solo le famiglie ma anche negozi, piccole imprese e artigiani.

Attività commerciali costrette all’aumento dei prezzi per non chiudere

Da inizio dicembre le quotazioni del gas hanno subito un rincaro aggiuntivo del +70% rendendo le quotazioni attuali insostenibili per centinaia di piccoli rivenditori di energia che operano in Italia – spiega Consumerismo – Gli effetti più gravi si avranno proprio sulle attività produttive, in particolar modo sulle PMI e sugli artigiani – denuncia Consumerismo –

Bar, pizzerie, ristoranti, artigiani e piccoli negozi che usano elettricità e gas come fonti per la loro attività produttiva saranno i più colpiti dall’aumento delle tariffe, e saranno costretti ad adeguare i prezzi praticati al pubblico per non subire perdite, applicando rincari dei prezzi che potrebbero raggiungere quota +15% nel corso del nuovo anno. In base alle elaborazioni di Consumerismo No Profit, per le attività produttive con consumi fino a 15 kWh di Energia e 5000 mc di gas, la bolletta annua ed energetica rischia di aumentare di circa 3.000 euro.  Un totale di 11.200 ad impresa  contro gli 8.500 euro del 2020.

Dal caffè al parrucchiere i rincari non risparmieranno nessun settore

Sono i consumatori rischiare di sostenere il peso di questi rincari.  Secondo le proiezioni di Consumerismo No Profit ad esempio il Caffè al bar potrebbe arrivare a costare 1,20, la pizza al taglio 3,00 euro l’etto (da 2,50) una pizza margherita 9 euro (da 7 euro), un taglio di capelli da uomo  17 euro (da 14). “I 3,8 miliardi di euro previsti dalla Manovra per contrastare il caro-bollette non bastano – afferma il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele. Per combattere l’emergenza in atto servono interventi strutturali. Chiediamo al Governo di introdurre un prelievo sugli extraprofitti degli operatori regolati, rinazionalizzare i gestori di rete energia e gas ed aumentare la produzione nazionale. E’ necessario favorire l’introduzione in sede europea di una tassa “Robin Hood” per trader di mercato che non hanno sede in paesi comunitari. Oltra a liberalizzare completamente l‘autoproduzione da fonti rinnovabili”