Covid terapia intensiva. A pochi giorni dalla fine dell’anno crescono in maniera esponenziale i casi di positività al Virus Sars Cov2. Paura per la variante Omicron, timore per la velocità di diffusione nel mondo e in Europa. Molti i governi che si preparano alla festa di San Silvestro con severe restrizioni anche a causa dell’aumento dei ricoveri nelle terapie intensive. Secondo il monitoraggio dell’Agenas, l’Italia raggiunge così il 12% per l’occupazione dei posti letto in intensiva superando la soglia critica fissata al 10%. Anche l’occupazione in area medica raggiunge il limite massimo fissato dai parametri: quota 15% con un aumento dell’1%. Numeri allarmanti ma diversi e con conseguenze più contenute rispetto allo scorso anno.

Covid e Terapia intensiva. Il confronto 2020 e 2021

Al 27 dicembre 2020 i pazienti ricoverati nelle terapie intensive erano 2580. Cifre differenti rispetto al 2021 che ne conta invece 1080. Ma l’aumento dei pazienti ricoverati negli ospedali italiani per Coronavirus è un problema che investe non solo il fronte ‘Sanità’ ma anche quello politico. Data la situazione, Alessandro Vergallo, il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (AAROI) non esclude azioni di protesta dei medici anestesisti e di Pronto soccorso. “Se il Governo continuerà a proporre la moltiplicazione dei posti letto in terapie intensiva e area medica come unica soluzione per fare fronte al peggioramento dell’ondata pandemica, incurante della carenza cronica degli organici medici e delle condizioni di lavoro dei sanitari, potremo anche arrivare a scioperare”.

Fermo immagine critico

Flussi molto forti di sospetti contagiati nei pronto soccorso di tutta Italia, contagi in picchiata e persone costrette a stazionare nell’area di emergenza a causa dell’impossibilità di un ricovero. Una fotografia che evidenzia come il continuo mutamento del virus e una fetta di popolazione restia alla vaccinazione, possa portare allo stremo, una situazione già precaria.

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