Orsi in Trentino, ergastolo e trasferimento in Ungheria per M57. In carcere a vita senza aver commesso alcun reato, costretto a vivere in un parco-zoo: è la triste fine di M57, l’orso catturato l’anno scorso dopo essere entrato in contatto con un giovane vicino al lago di Andalo, in Trentino.
Orsi in Trentino, ergastolo per M57
M57 è, o meglio dire era, un orso abituato a frequentare le aree urbane dalla stessa Provincia di Trento, responsabile di non aver dotato la zona di efficaci cassonetti antiorso tanto che, poche ore dopo l’incidente nei pressi del lago di Andalo, l’animale era stato catturato proprio mentre rovistava nei cassonetti dell’umido del paese. La dinamica dell’episodio che ha coinvolto l’orso non è mai stata del tutto chiarita, sottolinea la LAV: «Non è stato infatti appurato come mai la persona che accompagnava l’aggredito sia riuscita a mettersi in sicurezza senza alcun problema, tanto da far pensare che la vittima avesse voluto scattare alcune foto all’animale, e che per questo avesse indugiato alla sua presenza, provocandone la reazione».
L’inadeguatezza degli amministratori della Provincia di Trento nella gestione degli orsi
«La vicenda che ha coinvolto M57 è un caso esemplare che ha dimostrato l’inadeguatezza della Provincia di Trento nel garantire la sicurezza di cittadini e orsi – scrive ancora la LAV – Sono infatti emerse chiaramente le responsabilità dell’amministrazione che non ha mai curato efficacemente la prevenzione degli incidenti tramite la messa in sicurezza delle fonti di cibo rappresentate dai cassonetti. Una criticità nota fin dallo studio di fattibilità per la reintroduzione dell’orso, redatto nel 2000». Ci si chiede perché in altri Paesi la presenza di animali selvatici sia considerata un elemento prezioso sotto tutti i punti di vista, non ultimo per la capacità di attrarre turisti, mentre in Trentino la prima preoccupazione del Presidente Fugatti sia quella di imprigionare gli orsi e successivamente di liberarsene.
LAV: “Perché non sono state messe in atto le azioni di dissuasione previste dal Pacobace, il Piano di conservazione dell’orso Bruno sulle Alpi?”
Andalo è una zona a forte attrazione turistica e vicino a dove è stato catturato M57 si trovano un campeggio, un maneggio, una palestra di roccia e un campo di calcetto. «Gli orsi possono percorrere anche 20 km al giorno e non attaccano l’uomo come preda: non hanno colpe se si imbattono in aree abitate dove, peraltro, l’odore del cibo può essere una irresistibile attrattiva». L’OIPA ricorda come M57 fosse un orso giovane, castrato e imbottito di farmaci perché potesse riuscire a sopportare la vita in cattività e che recentemente il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza in cui ipotizzava la sua liberazione, fatto salvo parere negativo dell’Ispra che puntualmente è arrivato, purtroppo.
Le alternative all’ergastolo dell’orso M57
L’orso doveva essere liberato nei boschi del Trentino opportunamente munito di radiocollare. M57 è un orso nato in Trentino ed è stato catturato dopo essere stato disturbato nel suo habitat naturale, questo dice la sentenza del Consiglio di Stato. Nonostante tutto la Provincia di Trento, presieduta dal leghista Maurizio Fugatti, ha deciso, in modo poco trasparente, di procedere al suo trasferimento com’era già stato fatto per l’orsa DJ3. Il luogo dove M57 sarà costretto a passare il resto della sua vita, fanno ancora notare le associazioni ambientaliste, non appare adatto ad ospitare un animale selvatico. Si tratta di un parco-zoo ungherese dove gli animali vengono costretti ad esibirsi per il divertimento del pubblico. «Nulla a che vedere con un santuario né con un centro di custodia di animali in difficoltà. Soltanto una dei tanti parchi tematici con animali che organizza spettacoli con il branco di lupi addomesticati a beneficio dei visitatori. Uno zoo che non risulta essere iscritto all’associazione europea dei giardini zoologici (EAZA)» scrive Ermanno Giudici, presidente dell’ENPA di Milano, su Il patto tradito. Qualcosa di assolutamente incompatibile con la natura di un orso. La gestione dei politici trentini, ribadiscono le associazioni animaliste, è totalmente priva qualsiasi forma di tutela e rispetto dei plantigradi che vivono nel territorio della provincia di Trento.
Orsi in Trentino, le richieste delle associazioni animaliste
LAV, OIPA e tante altre associazioni animaliste chiedono a gran voce che il trasferimento di M57 in un’altra struttura non diventi ora un pretesto perché la Provincia di Trento catturi altri orsi da rinchiudere nella prigione del Casteller, definita dai carabinieri forestali un lager in un rapporto che però è opportunamente rimasto in un cassetto della Procura di Trento, al momento sembra senza né indagini né indagati. Nonostante le proteste, i ricorsi delle associazioni e le pronunce della magistratura amministrativa. Quello che serve davvero è una politica attenta che sappia mettere in campo tutte quelle misure già esistenti per consentire una pacifica convivenza tra uomini e animali, come la messa in sicurezza dei cassonetti della spazzatura e corridoi protetti per la fauna selvatica.
Il progetto di reintroduzione degli orsi in Trentino
Gli orsi tanto malvisti dal presidente Fugatti e dalla sua giunta non sono arrivati nella provincia di Trento per caso ma attraverso un progetto di reintroduzione finanziato dall’UE: «Un’idea scientificamente fantastica che si è rivelata una trappola per gli orsi che si sono trovati, loro malgrado, in un’area fortemente antropizzata, priva di corridoi faunistici che consentissero il loro spostamento – spiega ancora Giudici – senza aver considerato, evidentemente, la filopatria delle femmine, che rende molto difficili i loro spostamenti. Le orse non si allontanano dal territorio dove nascono. E i maschi non si disperdono in modo efficace se non trovano femmine sull’arco alpino. Un progetto finanziato dall’Europa che molto probabilmente era sbagliato nei presupposti, sicuramente nei risultati – sottolinea ancora l’esperto – questo però non giustifica prendere un animale e rinchiuderlo in condizioni di maltrattamento a causa degli errori umani. Non dovrebbe consentire agli amministratori di passare attraverso le maglie della legge, perché il maltrattamento di animali è un reato» E non spiega come il Ministro Costa prima e il Ministro Cingolani oggi, nonostante le sollecitazioni, non siano mai riusciti a fermare la precisa volontà della giunta trentina di arrivare a questo tristissimo epilogo, dove l’orso, di notte per evitare contestazioni, viene portato in Ungheria, in un centro che di fatto è un luna park che sfrutta gli animali per il divertimento dei visitatori.