Don’t look up è uno dei titoli del momento. Mentre, infatti, Spider-Man: No way home domina il box office cinematografico, il film di Adam Mckay (già regista de La grande scommessa del 2015 e Vice – L’uomo nell’ombra del 2018), distribuito su Netflix la vigilia di Natale, è sicuramente una delle pellicole più viste nell’offerta natalizia delle piattaforme streaming.

Don’t look up e la scena di nudo di Meryl Streep come presidente degli Stati Uniti

Ad interpretare la carica di presidente in Don’t look up c’è Meryl Streep, una delle dive più importanti di Hollywood. La carriera dell’attrice, che attraversa capolavori quali Il cacciatore (1978), Manhattan (1979), Kramer contro Kramer (1979), I ponti di Madison County (1995), Mamma mia! (2008) e moltissimi altri, la rende inevitabilmente un simbolo di maestosità nel cinema statunitense. Di conseguenza, una scena verso la fine di Don’t look up (non entriamo nei dettagli per evitare spoiler sul film n.d.r.) nella quale il personaggio della Streep compare completamente nuda, ha creato qualche problema al regista. Tuttavia, come lo stesso Adam Mckay ha spiegato al Guardian, ad opporre resistenza di fronte a tale sequenza non è stata l’attrice ma un suo autorevole collega di set: Leonardo DiCaprio.
“Lei non aveva alcun timore di fronte a quella scena e c’era una controfigura ma sapete chi non riusciva ad accettare la cosa? Leo DiCaprio”, spiega McKay.
“Leo vede Meryl Streep come una figura così speciale nella storia del cinema, che non ce la faceva proprio a vederla andare in giro nuda con un tatuaggio nella parte bassa della schiena – racconta il regista di Don’t look up – e a un certo punto mi ha proprio chiesto se fosse davvero necessario mostrarla in quel modo. Lei invece non ha esitato nemmeno per un momento né ha mai fatto domande sulla faccenda”.

Una satira sulla fine del mondo e sui nostri tempi

La vicenda di Don’t look up ruota intorno a due scienziati (DiCaprio e Jennifer Lawrence) che intendono avvertire la popolazione mondiale della minaccia di un meteorite in rotta di collisione con il nostro pianeta. Troveranno sulla loro strada scetticismo, manipolazione mediatica e fake news, in una bizzarra satira sulla fine del mondo e i nostri tempi. Nel descrivere l’ignoranza con cui vengono respinti gli avvertimenti dei due scienziati, è difficile non pensare a quanto accaduto negli ultimi due anni a livello globale.
La pandemia legata al Covid-19 ha, infatti, fatto emergere un conflitto tra scienza e un crescente sentimento anti-scientifico, legato in parte al panico da contagio e cavalcato da media e politica. La pellicola di McKay, in questo senso, conferma ancora una volta la capacità del cinema di farsi interprete – anche provocatorio e con una buona dose di sarcasmo – delle tensioni del presente, ponendo noi spettatori al di fuori delle nostro comfort zone per mostrarci quanto fragili e, in certi casi, perverse esse siano.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, dal lunedì al venerdì, dalle 19 alle 20 su Radio Cusano Campus.