V-day: il 27 dicembre 2020 partiva in tutta Italia e in Europa la campagna vaccinale anti-Covid. È trascorso un anno. Nel nostro Paese sono state somministrate oltre 108 milioni di dosi ma la fine dell’emergenza non sembra ancora essere dietro l’angolo.

Il 26 dicembre circa 10 mila dosi del vaccino Pfizer-Biontech arrivavano dal Belgio all’ospedale Spallanzani di Roma. Da qui, per consentire all’intero Paese di partecipare al Vaccine day europeo, l’esercito le ha prelevate per distribuirle in tutte le altre Regioni.

L’indomani, allo Spallanzani, la direttrice del Laboratorio di virologia, Maria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli sono stati i primi a essere vaccinati in Italia. Erano presenti il ministro della Salute, Roberto Speranza, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e l’allora commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri.

V-day, un anno dopo

Dopo un anno, un nuovo commissario, tre dosi di vaccino e diverse versioni di green pass, la campagna di vaccinazione in Italia prosegue spedita, soprattutto per la dose booster. Tuttavia, sono ancora oltre 5,6 milioni gli italiani che non hanno ricevuto nemmeno la prima.

Dalla lettura del report settimanale del governo sui vaccini si evince che in termini assoluti il numero più alto di non vaccinati è nella fascia 40-49 anni (1.221.454) e 50-59 anni (1.038.570). In termini percentuali invece, la fetta più ampia è tra i 12-19enni. Ovvero il 18,47%, corrispondente a una platea di oltre 4,6 milioni.

Vaccini Covid, lo studio dell’Iss

Secondo l’ultimo report Istituto Superiore di Sanità, rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa. Nei vaccinati con ciclo completato da meno di 5 mesi è al 92,7%, mentre cala all’82,2% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 150 giorni.

La letalità cresce con l’aumentare dell’età. Nell’ultimo mese si è osservata una maggiore incidenza di casi nella popolazione non vaccinata. Per gli over 80 non vaccinati il rischio di finire in terapia intensiva in caso di infezione da Sars-Cov-2 è di 85 volte superiore rispetto a chi si è sottoposto alla vaccinazione.

Inoltre secondo i dati dell’Iss, nell’ultima settimana si conferma l’andamento osservato in quella precedente “con il 26% dei casi totali diagnosticati nella popolazione di età scolare (under 20 anni)”.

 

Leggi anche: Vaccini bambini: consigli contro la paura