Eccoci qui, come ogni anno, a ricordare quello che fu un piccolo miracolo natalizio, una gemma del Natale incastonata nella polvere della guerra. Come ogni anno, ma sempre con piacere, vi raccontiamo quella che venne definita e che oggi è nota come “tregua di Natale”. Il termine viene usato per indicare i “cessate il fuoco” non ufficiali che, durante il periodo natalizio, hanno visto l’interrompersi della Grande Guerra in alcune aree dell’Occidente, in particolare tra truppe britanniche e tedesche. Una vera e propria tregua di Natale.


In quella che fu la “guerra di trincea” non c’era tempo neanche per guardarsi negli occhi. Eppure erano tutti consapevoli dello scorrere del tempo, del fatto che il freddo fosse fervido e che, in quei giorni, si stesse celebrando il Natale. Già prima del 25 dicembre, infatti, i componenti delle truppe cominciarono a scambiarsi auguri e canti natalizi dai propri fronti. Qualcuno alzò la testa, si avvicinò ai rivali e, magicamente il Natale fece il suo corso. Scambi di doni, mangiate collettive e, tra la neve e il gelo, una partita di calcio. Fu anche l’occasione per rendere ai caduti una degna sepoltura, celebrandone i funerali. Il tutto, bisogna aggiungere, non ebbe a capo un’organizzazione metodico, bensì nacque in modo spontaneo e autonomo.

La testimonianza sulla tregua di Natale

Il caporale Leon Harris, testimone diretto di questo miracolo natalizio, lasciò ai posteri la testimonianza di quel miracolo di Natale che, come ribadito da altri testimoni, non fu affatto un caso isolato. Gli eventi da lui descritti si svolsero più o meno simili in svariati punti del fronte e i soldati dei due schieramenti intrattennero rapporti amichevoli a tal punto da organizzare improvvisate partite di calcio nella landa ghiacciata che li divideva.

«È stato il Natale più meraviglioso che io abbia mai passato. Eravamo in trincea la vigilia di Natale e verso le otto e mezzo di sera il fuoco era quasi cessato. Poi i tedeschi hanno cominciato a urlarci gli auguri di Buon Natale e a mettere sui parapetti delle trincee un sacco di alberi di Natale con centinaia di candele. Alcuni dei nostri si sono incontrati con loro a metà strada e gli ufficiali hanno concordato una tregua fino alla mezzanotte di Natale.

Invece poi la tregua è andata avanti fino alla mezzanotte del 26, siamo tutti usciti dai ricoveri, ci siamo incontrati con i tedeschi nella terra di nessuno e ci siamo scambiati souvenir, bottoni, tabacco e sigarette. Parecchi di loro parlavano inglese. Grandi falò sono rimasti accesi tutta la notte e abbiamo cantato le carole. È stato un momento meraviglioso e il tempo era splendido, sia la vigilia che il giorno di Natale, freddo e con le notti brillanti per la luna e le stelle».