Draghi al Quirinale. Non è un ipotesi , ma una certezza per alcuni. Pino Pisicchio, autore del libro “Quirinal games”, politico di comprovata competenza ed esperienza, non ha dubbi e mi esprime tutte le sue certezze, con un ragionamento semplice: ” “Il prossimo Presidente della Repubblica non potrà essere eletto da una maggioranza risicata, dovrà essere un presidente eletto da una maggioranza molto ampia, grande almeno come quella che sostiene il governo Draghi“. Ne consegue che questa maggioranza ha per ora un solo candidato certo, Mario Draghi.
Draghi al quirinale: ecco i motivi
Un Senatore di Fratelli d’Italia, mi ha esposto una tesi politica dal mio punto di vista ineccepibile nella sua linearità:
“Tra poco si scatenerà l’inferno, la campagna elettorale è dietro l’angolo, non ce lo vedo Draghi a gestire una situazione di tutti contro tutti”. Effettivamente restare alla guida del governo nella bagarre della campagna elettorale, non sembra essere lo scenario migliore, per una figura autorevole come la sua, che mantiene un profilo alto, sopra la politica, nella gestione della cosa pubblica. Draghi sorretto da una maggioranza fisiologicamente litigiosa a causa della campagna elettorale, sarebbe francamente imbarazzante.
Draghi e la gestione politica del paese
Il Presidente ha gestito quei piccoli focolai di critica e polemica nella sua maggioranza, con una glacialità politica impressionante. Poche parole consegnate alla stampa, che da una parte esprimevano le sue certezze e dall’altra rappresentavano un monito per chi, legittimamente poneva dubbi o rivendicava istanze sull’azione di governo.
“Nonno” Draghi
Quando lo stesso Premier usa la parola “nonno” per definirsi, mostra un sentimento politico e umano, un’ambizione derivante da una condizione anagrafica, anche perché il prossimo treno verso il Quirinale passerebbe tra 7 anni, nel 2029.
Draghi vuole la Presidenza della Repubblica. La sua designazione è avvenuta ai tempi della sua presidenza alla Bce, quando la sua azione monetaria, era in difesa dell’Euro e dell’Europa, ma aveva chiaramente un versante patriottico, perché rispondeva all’obiettivo di tenere in piedi l’economia italiana.
Draghi si merita il Quirinale
Se la merita Draghi la Presidenza della Repubblica, ma il Premier sa anche che la gestione politica dell’esecutivo, che dovrà affrontare la recrudescenza pandemica e la ricostruzione economica, sarà estremamente complessa. Draghi sa di essere il collante di un castello di carta, ora solido, ma che potrebbe crollare, senza la sua diretta protezione politica, sia a livello nazionale che internazionale.
Draghi unico candidato
Draghi rimane l’unico vero candidato nella successione a Mattarella. I partiti debbono ora assumersi la responsabilità di capire come districare questa matassa, cercando per una volta di accantonare gli interessi particolari, per supportare quelli nazionali. Se non se ne renderanno conto subito, comunque tra due anni la legislatura finirà e a quel punto , quando le criticità economiche e sociali si affacceranno a Montecitorio, sarà necessario mostrare coraggio e vigore politico, con la certezza che Draghi non potrà diventare come Batman per Gotham City.