L’Esorcista è ancora oggi uno dei film più terrificanti nella storia del cinema. Quanto la storia della giovane Regan MacNeil posseduta dal demonio abbia ancora presa nel nostro immaginario, è confermato dalla notizia recente di una trilogia sequel di quella storia che sarà presto realizzata.
Tuttavia, uno dei più grandi misteri intorno al film di William Friedkin e al romanzo di William Peter Blatty che l’ha ispirato, non aveva ancora trovato soluzione. Fino a oggi.
L’Esorcista: la vita segreta dell’uomo il cui caso ispirò il film
Quando a Blatty veniva domandato a chi si fosse ispirato per la terribile vicenda raccontata nel suo libro, lo scrittore rispondeva sempre con uno psudonimo, Roland Doe. Oggi, grazie a un’inchiesta dello Skeptical Enquirer, ripresa dal Guardian, sappiamo che il vero nome di questa persona era Ronald Edwin Hunkeler, e che è morto lo scorso anno, poco prima di compiere 86 anni, a causa di un infarto nella sua casa a Marriottsville, nel Maryland.
Hunkeler era stato un ingegnere della Nasa per gran parte della sua vita adulta e fino al pensionamento, arrivato nel 2001. Il suo lavoro diede un prezioso contributo alle missioni spaziali Apollo degli anni Sessanta, in particolar modo grazie allo sviluppo di una tecnologia, da lui brevettata, che permise ai pannelli degli shuttle di resistere alle alte temperature.
La costante paura di essere riconosciuto
La sua vita, però, fu tutt’altro che serena.
Come raccontato da una sua compagna al New York Post, l’uomo ebbe sempre il terrore che i suoi colleghi alla Nasa scoprissero che proprio lui fosse la fonte di ispirazione de L’Esorcista.
“Durante il periodo di Halloween – ricorda la donna – ce ne andavamo sempre da qualche parte lontano da casa, perché temeva che qualcuno scoprisse dove abitava e non lo lasciasse più in pace”.
L’esorcismo di Hunkeler e la scoperta di William Peter Blatty
William Peter Blatty scrisse il romanzo L’Esorcista nel 1971. Venne a conoscenza della storia di Hunkeler quando era senior alla Georgetown University a Washington, la più antica università cattolica e gesuita degli Stati Uniti. A raccontargli della presunta possessione e del conseguente esorcismo, fu un suo professore che era anche un prete, Eugene Gallager.
Hunkeler era nato nel 1935, da una famiglia benestante di Cottage City, e cominciò ad avere esperienze con attività paranormali all’età di 14 anni, quando raccontò di aver udito rumori di colpi e graffi provenienti da dietro le pareti della sua camera da letto.
Convocato dalla famiglia nel marzo del 1949, il reverendo Luther Schulze scrisse al Laboratorio di Parapsicologia della Duke University, nel North Carolina, spiegando che “le sedie si muovevano in presenza di Hunkeler, e una addirittura lo fece cadere. Inoltre, il suo letto si scuoteva quando il ragazzo ci stava sopra”. Il reverendo raccontò anche dei pavimenti della casa che apparivano rigati come a causa dello spostamento di mobili, e di come un’immagine di Cristo tremasse ogni volta che Hunkeler le passava vicino.
La sua famiglia chiese allora l’intervento di William Bowdern, un gesuita che praticò sul ragazzo più di 20 esorcismi, nell’arco di tre mesi. In una nota sul suo diario datata 10 marzo 1949, Bowdern scriveva che, durante uno di questi, Hunkeler entrò in uno stato di trance sotto gli occhi di 14 testimoni e una settimana dopo, il 21 marzo, venne ricoverato al Alexian Brothers Hospital di Saint Louis. Qui, un mese dopo, il ragazzo fu protagonista di “un violento episodio di urla, bestemmie e frasi pronunciate in latino”, alla fine del quale alcuni preti gesuiti convocati dall’ospedale riuscirono a scacciare il demonio dal suo corpo.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, dal lunedì al venerdì, dalle 19 alle 20 su Radio Cusano Campus.